lunedì 8 settembre 2025
EMOZIONE
martedì 2 settembre 2025
UNA NOTTE SUL MONTE DI VIGGIANO
– Stavamo seduti intorno al falò acceso dai contadini pellegrini sul sagrato del santuario montano. Le lingue di fuoco creavano ombre profonde sul volto di quell’ anziano parroco seduto accanto a me e come me seduto per terra. Con un fuscello smosse la brace per ravvivare il fuoco. Con voce sommessa volle concludere il nostro lungo colloquio iniziato nel pomeriggio, giù in paese: “Lasciami dire una cosa ma non ti dispiacere…Sei nato borghese, poi ha creduto di cambiare il mondo facendo il ’68, adesso sei un professore…” Sorrise ironico: “Mai convinto di ciò in cui credevi e mai mezze misure…, ora non sai che fare e vivi in solitudine…La solitudine dello spirito.…” Fissò il suo sguardo nel mio e aggiunse: “Come me.” Non mi sopresi a questa sua confessione pensando alle sue precedenti confidenze sul silenzio, la solitudine, l’incomprensione, la fatica che tante volte erano prevalse nella sua vita di prete e che, come spine, gli avevano lasciato il segno.
Volli essere cattivo: “Ci siamo arresi ad una stanza borghese in cui tenere tutto in ordine, pulire la polvere sulle piccole cose che l’arredano, mangiare, dormire, venerare i santi che ciascuno ha per sé.” Ebbe una occhiata furtiva verso la porta del santuario della sua Madonna Nera. “E’ sempre aperta”, disse e cavò dalla tasca la corona del rosario: “La nostra fede in Dio o… – esitò per un momento – o nella rivoluzione trova sempre meno aria da respirare e morire di asfissia è una brutta morte.” Il rosario nel cavo della sua mano era tenuto con la stessa amorosa attenzione con cui si trattiene un pugno di grano. I contadini pellegrini sedettero intorno al falò e con lui sussurrarono il rosario guardando spesso, sospirosi, verso quella porta sempre aperta…
….. successe tutto qualche decennio fa.
sabato 23 agosto 2025
L'ALBERO DELLA CUCCAGNA
In questa diffusa febbre della “sagra” di un qualcosa per far “riscoprire” sapori antichi (da supermarket) e padri nobili (tutti signori medievali buoni) mi è capitato di assistere, in un paese di confine della Basilicata, a una “scalata” dell’albero della cuccagna, gioco in uso nel mondo contadino da cui tutti sono scappati ma oggi ripensato con una fasulla nostalgia da Eden perduto.
Prepotente mi è venuto un giulivo ricordo di….Di quando anch’io ci provai. Avevo tredici anni. Prima ancora che agli adulti, anche a noi ragazzi era permesso di provare a scalare per allungare la mano a quel ben di dio appeso in cima. Lo permettevano per dare sfogo a noi sbruffoncelli o per farci assaporare la sconfitta? Chissà. Sapevamo che occorreva un certo vigore per farcela. Sapevamo pure di essere simili a quei tanti Ercole che vedevamo nei film dell’epoca. Lui vinceva sempre! E noi perché non sfidare il bitume che ricopriva il tronco? Allora io e il mio amico Franco, convinti ed entusiasti, cominciammo a cospargere il tronco di segatura per creare attrito e inerpicarci meglio. Ma quel bitume vischioso dopo due metri ci face scivolare giù col culo per terra. Impietoso. E quelli intorno a ridere e fischiarci fino a farci vergognare come mai provato prima (allora ancora non si usava applaudire comunque).
Con mani e vestito imbrattati di nero mi presentai a casa. Mia made si arrabbiò, pro forma direi. Mio padre sorrise…c’era passato anche lui.
sabato 9 agosto 2025
SAN ROCCO è il “Santo Superstar” delle feste religiose agostane iin Basilicata. Il 16. se ne celebrano ben 61 in altrettanti Comuni, sui 131 della Regione; a settembre altre 5. Totale 66 feste in suo onore. Egli è poi il “Santo Patrono” di 18 paesi sui quali spicca, per notorietà, Tolve, custode di numerosi ex-voto per grazia ricevuta, interessanti testimonianze di fede e di speranze appagate.
martedì 20 maggio 2025
FILM VECCHI
martedì 6 maggio 2025
IL VULTURE
mercoledì 30 aprile 2025
1°Maggio
Festa del lavoro – Un antico proverbio lucano dice: “quando nasciamo gridiamo per avvertire la morte di essere arrivati in questo mondo”. E’ un grido perché ancora siamo senza parole. E’ una voce nuda ma di invocazione della vita.
Quando un operaio muore sul lavoro con un grido egli avverte il mondo che la morte è amica dell’ ingiustizia e dell’indifferenza. E’ un grido con cui tutte le parole muoiono e intacca alla radice la vita…
sabato 19 aprile 2025
SELF
Oh!.. la grande magia dei self! Si va a una di quelle “manifestazioni-di-massa” (non più di religiosità popolare) che sono le processioni della Settimana Santa? Sicuro. Si va col telefonino in una mano, visibile, per non sentirsi emarginato. E anche per poter in seguito dimostrare agli amici di esserci stato. Eccoli li a “selfare” con questo o quel figurante – Addolorata, Veronica – Cristo con croce in spalla -. Però…mai un self con Giuda! Nessuno scatto col traditore per eccellenza! Il self lo si fa con le figure di successo – la Zingara carica d’oro, la Maddalena neo-redenta perciò ora per bene, Pilato, potenza del potere –. Giuda no, è uno sconfitto, è pericoloso, meglio ignorarlo, ma...
Ma Giuda non si è impiccato. Si è sposato, ha avuto figli e questi altri figli, e altri figli ancora tant’è che girano in mezzo a noi. Dire che Giuda si è impiccato acquieta la nostra coscienza… da non turbare per i piccoli o grandi tradimenti da noi compiuti. O anche da noi subiti…
(Disegno di Giovanni Gentile)