Nell’estremo
sud della Basilicata, là dove sorge
Monte
Pollino, c’ era una grotta disponibile
per un miracolo particolare. Molto
particolare. Nonostante il nome affibbiatole - Grotta di Gesù e Maria – essa
nascondeva non
Gesù Bambino ma un tesoro
favoloso. Favoloso assai! Una grande pietra ne sigillava l’ingresso.
Non c’erano guardie a vigilare perché tale pietra
rotolava su se stessa soltanto una volta l’anno lasciando libero l’accesso
alla grotta. Avveniva durante la notte di
Natale. In vari anni più di un individuo,
reso coraggioso dall’ avidità, provò a impossessarsi di tale tesoro. Ma
esso era interrato e quindi bisognava scavare per prenderlo. Scavare al buio
però in quanto anche la luce di una tenue fiammella avrebbe reso vano
il tentativo.
Se lo scavatore non finiva prima del suono
della campana di mezzanotte – ora della nascita del Bambinello – la grande
pietra rotolava su se stessa e chiudeva l’imbocco della grotta intrappolando
l’avido speranzoso.
Ma
venne una sera
in cui un furbone si mise
d’accordo col sagrestano…
E così le
campane non suonarono a mezzanotte ma un’ora dopo, all’una. Giusto il tempo perché
il furbone venisse
“miracolato”. Cioè diventasse
ricco… Però
non si dimenticò del
sagrestano infedele.
L’avidità e la corruzione fioriscono anche a Natale.
(fonte: Comprensorio di Viggianello [PZ])
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