martedì 20 maggio 2025
FILM VECCHI
martedì 6 maggio 2025
IL VULTURE
mercoledì 30 aprile 2025
1°Maggio
Festa del lavoro – Un antico proverbio lucano dice: “quando nasciamo gridiamo per avvertire la morte di essere arrivati in questo mondo”. E’ un grido perché ancora siamo senza parole. E’ una voce nuda ma di invocazione della vita.
Quando un operaio muore sul lavoro con un grido egli avverte il mondo che la morte è amica dell’ ingiustizia e dell’indifferenza. E’ un grido con cui tutte le parole muoiono e intacca alla radice la vita…
sabato 19 aprile 2025
SELF
Oh!.. la grande magia dei self! Si va a una di quelle “manifestazioni-di-massa” (non più di religiosità popolare) che sono le processioni della Settimana Santa? Sicuro. Si va col telefonino in una mano, visibile, per non sentirsi emarginato. E anche per poter in seguito dimostrare agli amici di esserci stato. Eccoli li a “selfare” con questo o quel figurante – Addolorata, Veronica – Cristo con croce in spalla -. Però…mai un self con Giuda! Nessuno scatto col traditore per eccellenza! Il self lo si fa con le figure di successo – la Zingara carica d’oro, la Maddalena neo-redenta perciò ora per bene, Pilato, potenza del potere –. Giuda no, è uno sconfitto, è pericoloso, meglio ignorarlo, ma...
Ma Giuda non si è impiccato. Si è sposato, ha avuto figli e questi altri figli, e altri figli ancora tant’è che girano in mezzo a noi. Dire che Giuda si è impiccato acquieta la nostra coscienza… da non turbare per i piccoli o grandi tradimenti da noi compiuti. O anche da noi subiti…
(Disegno di Giovanni Gentile)
domenica 2 marzo 2025
IL POZZO E LA FANCIULLA
domenica 23 febbraio 2025
CARNEVALE LUCANO
CARNEVALE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE - La Società Dante
Alighieri, Sezione di Potenza, nell’ambito del “Carnevale Potentino 2025”, ha
promosso un incontro su alcuni ASPETTI SCONOSCIUTI del carnevale lucano dal
titolo “IL BUE E L’ARCOBALENO A
TRICARICO E IL CARNEVALE IMPOSTO“.
Il mio incipit sarà così: “E’
certo che se io pronuncio la parola
“carnevale” voi subito pensate a una festa del disordine, nel senso pieno del
termine. Lo spirito del carnevale esige infatti che salti l’abituale equilibrio sociale in quanto
tale spirito è sinonimo di “mondo alla rovescia”. Ma se alla parola carnevale
aggiungo l'aggettivo “lucano” – carnevale
lucano – allora è necessario modificare
in parte il generale concetto che si ha di
questa festa laica. Cosa vuol dire?...
Teniamo presente che ogni carnevale è sempre figlio dell’ambiente in cui viene elaborato e
vissuto. Quello lucano è stato elaborato
“nel” e “dal” mondo contadino? Certo, ma in parte perché esso è stato fortemente condizionato da
un decreto legislativo emanato nel 1863, ripetuto e
applicato fino al 1914. Nasce così un carnevale con limiti precisi…”
La mia è solo una ricostruzione storico-antropologica.
Seguirà l’intervento di VALERIO CALABRESE, studioso di AI (Intelligenza artificiale), che illustrerà i possibili modelli da applicare a questa ritualità lucana nella prospettiva futura.
Appuntamento mercoledì 26 FEBBRAIO, ore 17.30, presso la Casa della Cultura - Potenza
venerdì 17 gennaio 2025
CARNEVALE
E’ IL FUOCO DEGLI INIZI quello del 17 gennaio!. Nelle piazze di molti borghi lucani
prende fuoco una catasta per sprigionare lunghe allegrie.
L’altezza di essa dipende da quanta legna i ragazzi sono riusciti a mettere insieme bussando di casa in casa a questuare. Un po’ la dona il contadino perché in casa tiene l’asino, il maiale e qualche altro animale da proteggere dalle malattie e dal malocchio. Egli sa che c’è un Santo capace di fermare l’invidia degli uomini e la cattiveria del diavolo. E’ sant’ Antonio Abate. E’ proprio in suo onore che si accendono i fuochi in piazza. Anche il calzolaio e l’impagliatore di sedie e il fabbro e il falegname, così come il bottaio, il sarto, l’arrotino e quegli altri con un mestiere tra le mani, hanno donato tocchi di legna per la catasta perché ciascuno di loro ha un qualche motivo per tenersi buono questo Santo eremita. Tutti sanno infatti che, oltre agli animali, Egli protegge gli uomini dalla malattia della pelle che porta il suo nome. “il fuoco di sant’Antonio”, tanto diffusa nella regione, e da altre malattie infettive che si attaccano al corpo umano per distruggerlo.
Ma… qanto appena detto succedeva in Basilicata fino agli anni Sessanta del Novecento. Poi in ogni casa è entrata la cucina a gas. I mestieri sopra ricordati sono diventati rari e per questo preziosi. I pochi contadini esistenti hanno il trattore e se ancora posseggono un asino, quando esso si ammala chiamano il veterinario e non invocano più l’aiuto di sant’ Antonio perché non credono più che a mandare la malattia sia il diavolo.
E allora?... Oggi chi è che va in giro a questuaew legna per la catasta del 17 gennaio? Nessuno. La compra il Comune “per mantenere viva la tradizione”, afferma convinto il sindaco. Il quale, a braccetto con la Pro-Loco, organizza in un angolo della piazza anche “l’assaggio degli antichi sapori” del paese con qualche piatto contadino (fatto di “strascinati” comprati al supermarket). Con salsicce “locali” alla brace (d’ importazione e sottovuoto). Con bicchieri di plastica pieni di vino rosso a basso costo. Organizza anche il ballo “popolare” intorno alla catasta, ma senza organetto e senza zampogna, per carità, è roba vecchia. Meglio il complessino-rock formato da “giovani talenti lucani”. E così la gente balla in piazza. E spilucca in piazza. E tracanna in piazza. Diventa stralunata in piazza. Bene! La tradizione è salva!
Una consapevolezza è però immutata: tutti sanno che dalle ceneri della catasta nasce vivo il Carnevale.
lunedì 13 gennaio 2025
PRIMO BACIO
Quell’anno nevicò il 13 gennaio e di neve ne fece tanta. Ma noi ragazzi di V elementare continuammo in piena allegria ad andare di porta in porta a chiedere un qualche legno per formare per la catasta nel 17.