martedì 6 maggio 2025

IL VULTURE

 


AMERO’ sempre monte Vùlture alla cui ombra sono nato.
Lo amerò per le sue nuvole bianche che, bambino, mi portavano in cima alla sua vetta nei pomeriggi assolati di luglio.
Mi facevano trovare favole girovaghe tra gli alberi del bosco, indicavano i nascondigli dei briganti e sussurravano le loro storie perché io non li dimenticassi.
Amerò sempre i sentieri del Vùlture conosciuti un giorno di primavera da bambino. Le monache dell’asilo ci potarono per mostrarcelo da vicino. “Il monte è il vostro papà”, ci disse una di loro che spesso ci faceva fermare, “riposiamo, bambini” e raccontava qualche breve fiaba di fate incantatrici nascoste tra gli alberi pieni di sussurri. “E i lupi non ci sono?” chiesi impertinente. Lei annui e indicò i fiori, anzi no, ora ricordo, spalancò gli occhi per spaventare un poco e tuonò con un finto vocione da orco “si, per i bambini cattivi”. Era uno scherzo e ridemmo, non tutti però perché i creduloni si spaventarono e il resto di noi a sberleffare la lro pura!
Briganti, lupi, fate, agnelli da poco sono stati colpiti da un ictus a testa e non raccontano più le loro storie neppure negli smartphone dei nuovi ragazzi.
Amerò sempre il Vùlture col suo slargo di Fontana dei Lupi dove conobbi il primo ammagante bacio d’amore. Ed è ancora fisso nella mente, smartphone della mia vita. Sicuro: fu un otto di giugno e avevo quindici anni!...

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