In questo periodo di baby gang, di baby spaccio, di baby coltelli, e di baby …. Tante altre cose, mi è venuta in mente l’”ultima lettera al figlio” scritta dal grande poeta turco Nazim Hikmet: “Non vivere su questa terra / come un estraneo / o come un turista nella natura./ Vivi in questo mondo / come nella casa di tuo padre; credi al grano, alla terra, al mare / ma prima di tutto credi all’essere umano. / Ama le nuvole, le macchine, i libri / ma prima di tutto ama l’ essere umano. / Senti la tristezza del ramo che secca / dell’astro che si spegne / dell’animale ferito che rantola / ma prima di tutto / senti la tristezza e il dolore dell’ essere umano. / Ti diano gioia tutti i beni della terra; / l’ombra e la luce ti diano gioia / le quattro stagioni ti diano gioia / ma soprattutto, a piene mani / ti dia gioia l’ essere umano!”
Forse sono un idealista ma lasciatemi vivere nella speranza di una gioventù migliore.

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