Non ho nostalgie del genere però ricordo quel desiderio di vivere emozioni nuove. Conoscevamo soltanto il dorso dell’asino. Le macchine erano fatte per gli avvocati e i “galantuomini” –. Arrivò la lambretta come fulmine a ciel sereno. Accese in noi giovani quel desiderio. Vivere l ’emozione della velocità! L’ebrezza di essere schiaffeggiati del vento! Il piacere di lasciarci dietro l’eco di quell’allegria nuova! Ci sentivamo simili agli dei in uscita dalle desolate abitudini del paese. Che c’importavano gli spicchi di parole dette e ridette dalla preoccupazione sofferta delle mamme apprensive? Il casco? Non sapevamo neppure cosa fosse.
Le risate ribelli ci immergevano nell’ebrezza …

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