sabato 20 gennaio 2024

PRESENTAZIIONE

 

 

Faceva freddo quel pomeriggio nel Duomo di Atella. Davvero freddo. Tuttavia più della metà dei banchi era occupato, inaspettatamente. Il giovane parroco di quel 2017 – se non erro – acconsentì a presentare  il mio ultimo libro “La maciara indaffarata”. Si sa che quella pagine parlano degli atti e delle formule utilizzate da una figura per secoli molto attiva nel mondo contadino lucano, la maciara (o masciara). L’interesse del parroco si era concentrato sul capitolo del dedicato ai “santi guaritori” invocati dai lucani per la guarigione  E in Basilicata essi erano piuttosto numerosi considerate le varie malattie diffuse (Atella è stato un centro di culto molto importante dedicato a Santa Lucia, protettrice del vista).

L’aspetto interessante di tale argomento riguardava il variare della frequenza delle preghiere e del fervore posto in rapporto alla persona da guarire. Le madri pregavano intensamente, nell’ordine 1) per il figlio maschio adulto (importante motore dell’economia famigliare), 2) per l’asino, (idem come prima),  3) per il marito. L’ordine mutava quando a pregare era il marito: 1) per l’asino, 2) per il figlio maschio adulto, 3) per la moglie (a volte, però).  

Da notare: l’asino era equiparato ad una ‘persona’. Non è difficile capirne il motivo in una economia di sussistenza com’era quella lucana.

Il pubblico lasciò il duomo  col viatico delle domande intelligenti del parroco, delle parole intriganti di Giuseppe Melillo (alla mia destra), del mio chiacchierare ammiccante (nonostante il freddo, ma dovevo pur vendere il libro, no?,  e andò bene).

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