martedì 10 ottobre 2023

NUVOLE

 
 
Qualche giorno fa spiai dal portone di casa verso il bar, dall’altra parte della strada, e loro tre stavano comodi sulle sedie di vimini, come tutte le mattine alle otto. Pensionati, acciaccati, immagini della decadenza, sicuro, ma non della morte. Si, perché non sono mai tristi, da vicino e da lontano. Li salutai senza fermarmi: prima la colazione e poi due chiacchiere con loro, a volte solo battute di spirito di uno di loro, archivio di barzellette, “tutte pulite” dice sempre lui sapendo di mentire. Il poco sonno mi aveva lasciato mezzo tonto perciò mi sedetti per un senso di cortesia e guardai verso l’alto, così tanto per passare un po’ di tempo. Notai alcuni cirri andarsene a spasso spinti da un vento leggero e, nel piacere della propria libertà, parevano far capriole lasciandosi dietro sbuffi sottili che presto si rincorrevano tra loro per poi aggregarsi col grosso della massa. Il barzelletaio dei tre piegò il lato destro verso di me per chiedermi con un sussurro ‘anche tu stai pensando allo smarrimento che le preghiere provano passando fra le nubi?...’ e si fermò un momento per sospirare e guardare anche lui in alto.
Ritenendola una battuta scherzosa stavo per dire che quando il cielo si stanca di sentire le barzellette si vela di nubi, ma lui non mi diede tempo e concluse: ‘quando ci sono le nuvole non riesco a parlare a mio figlio.” Fu una mazzata che mi ridiede la lucidità perduta durante la notte: suo figlio era morto di tumore e aveva ventisei anniHo .
Smarrito, pensai che forse le barzellette gli nascevano dalla disperazione, forse...

 

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