“Dice un antico detto lucano “per conoscere una persona devi prima mangiare insieme un quintale di sale”. Che meraviglioso proverbio! Oggi viene disatteso da tutti, o quasi, presi dalla moda di familiarizzare “subito” col primo venuto dandogli il “tu” per poi dire che si è amici. Sciocchezza! S
Per consumare tanto sale ci vuole tempo e il tempo consente di conoscere le idee dell’altro, le sue gioie e le sue mortificazioni, i suoi amori e le sue delusioni, i suoi progetti e i suoi fallimenti e arrivare così, finalmente, a toccare il fondo, cioè a conoscerlo.
Ma…domanda: anche per diventare ‘amici di se stessi’ occorre consumare quel quintale? Per farlo ci vuole coraggio, tenacia e sincerità. Eh! Perché farlo? Forse è meglio vivere ammantato di quella acquietante insipienza che è tipica di chi vive di conformismo e di vanità…”
Così iniziai la mia riflessione nel presentare un romanzo breve in una piazza di Bernalda.
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