martedì 31 ottobre 2023

MAMMA DI LATTE


Erano anni che non mettevo piede in quel cimitero caro alla mia memoria. Stamani ne ho varcato la soglia,  calpestato con cautela la ghiaia del viale temendo di far rumore,  colto il diffuso  profumo pungente dei cipressi  bagnati dalla pioggia leggera della notte.

Percorro i vialetti e noto le epigrafi di varie lapidi con scritte  brevi senza le  bugie pietose scolpite fino a qualche decennio fa: “padre affettuoso”, “grande lavoratore”, “donna fedele”, “ragazza illibata”, “avvocato integerrimo”, e via dicendo,  tutte qualità auspicate e raramente possedute... La pietà perdona tutto a tutti!  Le più recenti recano soltanto nome e cognome di chi li ha portati in vita e le sue date di nascita e morte. Chissà, tanta laconicità è dovuta alla pietà perduta o all’ indifferenza verso chi non è più utile?… 

Sorpasso le cappelle degli abbienti, le tombe con lastre marmoree e arrivo in quell’ angolo pieno di croci in ferro battuto con una targhetta inchiodata recante un nome segnalatore. Sono le croci dei meno fortunati. Cerco  quella di una contadina che mi fece figlio assieme a suo figlio allattando entrambi. La trovo, è un po’ arrugginita ma la bacio, l’adorno di una rosa, la fisso e sussurro il nome  a lungo amato: Antonietta!.. Aveva il volto forte e dolce come seta. Fu la mia mamma di latte piena d’amore e di tenerezza,  per davvero “donna generosa”. Per molto tempo è stata simbolo della mia purezza perduta, della mia felicità presto tramontata.

Chiudo gli occhi e ripongo sul suo seno la mia solitudine di “figlio” ormai carico di anni…

 

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