mercoledì 13 dicembre 2023

INCONTRO DI VITA

 

 

Non ricordo con precisione se fosse il 1977 o ’78. So che era il 13 di dicembre quel giorno in cui prelevai davanti al cinema Reale (allora si chiamava così), a due passi da piazza Sonnino in Trastevere, Rino Gaetano. Erano le 15,30 e per le 17 dovevamo stare a Latina per andare in onda su Radio Sabaudia. Erano anni in cui  in Italia erano scappiate le radio libere. Si respirava un’aria di effervescenza libera da  quell’ingessatura cui ci avevano  abitati  la radio e la TV di Stato.  A Latina era nata una radio che copriva tutta l’area della provincia . Nessuno dei cantanti in circolazione,  già conosciuti o  meno, aveva la puzza sotto il naso di non esibirsi davanti  ai microfoni “liberi”. Lo faceva gratuitamente, anche perché quelle radio erano ricche di allegria e povere di money.

Rino al telefono accettò il mio invito. Lungo il percorso parlammo di molte cose ma soprattutto del Partito (il Comunista, intendo), che non aveva buon sangue nei suoi confronti. Lui era un poco dispiaciuto e parecchio incazzato  però dal modo di parlare capii che il suo disagio esistenziale era marcato  (le altre sue molte parole, sensate e interessanti, le ho appuntate in uno dei miei quaderni  dedicati agli “incontri” importanti).

Davanti al microfono  andò tutto bene – 30 minuti inframmezzati da tre sue canzoni – (la SIAE              ancora non si azzardava a chiedere i diritti).   

Di ritorno verso Roma mi venne l’idea – balsana, direi! – di chiedergli un po’ di parolacce calabresi, in calabrese, naturalmente.  E lui mi chiese quelle lucane. Affare fatto. Le nostre lingue si scaldarono e fu  un’ora di grandi risate tra noi. Da scompisciarsi! Salutandoci, ci abbracciammo davanti a Reale. 

Mi  piace ricordare quelle quattro ore passate insieme in quel 13 dicembre perché…perché ebbi a che fare  con un giovane con una ricchezza interiore non comune (e non sto qui a gratificarlo). Mi piace ricordarlo facendo mia una definizione di Paride Leporace: “  Rino, orgogliosamente terrone e calabrese, emigrante, romano alternativo, per nulla radical chic ma anticonformista non omologato nei testi e nella vita, ci ha lasciato una poetica che piace oggi anche a molti giovani.”   

Ciao Rino. 


 


Nessun commento: