sabato 5 agosto 2023

ULTIMA VERITA'

 

 IL RICORDO è solitario. Deve essere anche umile, senza abbellimenti. Io, ad esempio, ricordo alcune contadine a lutto che fissavano coi loro occhi pieni di lacrime il quadro della Madonna del Carmine. Muovevano le labbra, forse per una preghiera, ma non mi pareva. Mi sedevo sulla panca accanto per spiarle – avevo quasi paura di guardarle – e nei miei tredici anni di allora mi domandavo perché stessero sedute sempre così a lungo davanti a quell’ immagine sacra. Non capivo  quel loro battersi il petto soltanto davanti alla Madonna del Carmine! C’erano altre madonne nelle nicchie della Chiesa Madre di Rionero.  Forse perché Lei era la Patrona del paese? Non era per questo.. Pian piano  capii che per un “motivo particolare” quella Madonna era la più vicina al ricordo doloroso delle persone amate in vita: un figlio, un marito.                                                                                                      

Seduta sulla panca, mani in grembo, con tono sommesso, ogni affranta cercava di convincere se stessa e Maria col Bambino che il marito o il figlio non poteva essere finito all’ inferno. E’ vero, il marito l’aveva picchiata quando era ubriaco o il figlio era stato poco poco scapestrato con le donne. Ma queste, sussurrava bonaria, sono cose della vita. E Lei, la Madonna, doveva capire queste  cose perché anche Lei era stata moglie e madre. Aveva sentito dire dal prete che solo la Madonna del Carmine aveva avuto da Dio il permesso di liberare le anime dal Purgatorio. E la piena di pianto era convinta che il figlio o il marito stesse laggiù tra quelle fiamme. Mai dell’inferno! Non supplicava ma chiedeva come a una madre di non lasciare soffrire chi era stato il tetto di casa sua (il marito), o chi aveva amato più degli occhi suoi (il figlio). E, forse per convincerla, Le raccontava i momenti trascorsi assieme: le  risate, le litigate, il modo in cui il marito la guardava quando la desiderava. Le raccontava lo sguardo lucente del figlio quando si lavava bene bene per volare da una nuova ragazza. Erano peccati, questi? No, erano cose della vita. Al termine delle sue confidenze, la conclusione era sempre la stessa, e questa volta a voce alta: - Madonna mia del Carmine, libera quell’anima innocente. A chi aspetti?... A chi aspetti! -

Non capivo quel modo di pregare. Ma così si parlavano tra loro donne e madonne. Forse perché loro, a differenza degli uomini, sapevano che l’ultima verità della vita è il dolore.

[a Rionero la festa patronale viene celebrata in agosto]

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