martedì 27 giugno 2023

PANE QUOTIDIANO

 
 
Per caso ho visto questa foto e mi sono tornate in mente alcune immagini della mia prima adolescenza.
 
E’ l’immagine di lui sui trent’anni seduto al centro della stanza, la sua casa, con le braccia raccolte in grembo, il capo reclinato a destra, gli occhi cerchiati di nero, lo sguardo stralunato a fissare noi ragazzini dietro la mezza porta per spiarlo perché in paese si diceva che stava morendo di fame. Solo al mondo, ammalato, senza lavoro di bracciante. con lui c’erano soltanto un lettuccio, una sedia e un orciuolo per l’acqua. Ci regalò un sorriso - di rassegnazione o di resa? - che accrebbe il nostro turbamento. Nessuno lo aiutò. Morì forse sognando un pezzo di pane…
 
E’ l’ immagine di Falino, compagno di classe e di giuochi. Era poverissimo e a casa conosceva soltanto l’odore delle patate e della verdura selvatica raccolta da sua madre nei campi. Quel poco di pane che mangiava era il “pane dei contadini”: era fatto con poca farina di grano e molta di crusca, orzo, lupini, fave e verdure secche macinate. Cresceva da sembrare un po’ rachitico ma… ma riusciva a essere il secondo della classe. Il primo, no, allora impensabile che potesse essere il figlio di un contadino. Un giorno il professore di matematica, dopo una brillante interrogazione, lo premiò con un pacchetto fatto con una carta di giornale. Tornato al banco, Falino lo aprì: conteneva un pezzo di pane raffermo. Rabbioso lo scagliò contro il professore cretinamente spiritoso (ma anche crudele). La scuola sospese Falino, per una settimanama. Nessuno riuscì a declassarlo. Rimase sempre “il secondo” e sempre con la voglia di pane sul viso…

 

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