sabato 18 marzo 2023

GIUSEPPE E LADRI

 

In 50 Comuni  della  della Basilicata prima del  Covid  veniva acceso un falò in onore di San Giuseppe. Succedeva la sera della vigilia. Intorno al fuoco,  con  legna raccolta di casa in casa, le donne sedevano in cerchio  e recitavano il rosario,  dopo si scambiavano informazioni tra loro. Gli uomini stazionavano nelle vicinante e alzavano  qualche bicchiere di vino. Solo “qualche”. Tutti sapevano che quei falò, oltre che a riscaldare il “Santo vecchierello”,  avevano una funzione sociale: “bruciavano”  ciò che poteva essere motivo di frizione e di dispiacere fra gruppi, e cioè cancellava  la divisione fra persone o tra famiglie e infatti proprio intorno a quel falò le famiglie si riappacificavano così come pure le coppie di fidanzati che avevano litigano.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       

Si sa che il nome di Giuseppe vuol dire “l’obbediente a Dio”. A partire dal XIV secolo la Chiesa  lo ha eletto a  simbolo di umiltà, obbedienza,  silenzio, pazienza, amore, temperanza, castità  Ciò rientrava nella politica di rilancio del “culto dell’umiltà” intesa come sottomissione al capo di casa. L’operazione ebbe successo tanto che nel   secolo XV papa Sisto IV  introdusse ufficialmente san Giuseppe  nella liturgia e fissò la sua festa al 19 marzo. Divenne tanto popolare che nel 1621 la festa dedicata fu inclusa tra le “feste comandate” (cioè obbligatoria) e Lui fu  proclamato protettore innazitutto dei poveri, dei deboli e degli oppressi.  

Un particolare: fino al V secolo le immagini mostrano un Giuseppe molto giovane  (“imberbe e giovanilissimo” dicono i testi). Dopo tale data fu permesso ai pittori di seguire anche i Vangeli Apocrifi i in cui  è detto che  Giuseppe  era “vecchio” (“ aveva 89 anni quando sposò Maria e 111 quando morì” ). Da allora prevalse questa  immagine (vecchio) a scapito dell’ originaria (giovane) perché essa era rassicurante nei confronti della verginità di Maria e dava l’idea di un uomo anziano dolce, protettivo e casto…per l’età.

Si capisce la sua elezione a protettore dei falegnami, carpentieri, ebanisti, padri di famiglia, dei senzatetto,   ma suona strano che sia protettore anche dei ladri e dei Monti  (=banche) …

AUGURI A TUTTI I GIUSEPPE, anche a quelli che sono ladri...


 

 

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