domenica 19 settembre 2010

ASPETTANDO L'EVENTO



“Io non sono un razzista”, mi dice un consigliere regionale. “Io non ho nulla contro gli stranieri”, afferma un altro. “Io non ho nulla contro quelli che raccolgono i pomodori a Palazzo”, assicura un assessore. E questi signori sono sia di destra che di sinistra. Lascio perdere e me ne vado via prima che dicano quella tremenda parolina che è “però”, quel però che annuncia un distinguo di tipo culturale e retorico o un artificioso motivo politico o una dichiarazione di falsa impotenza.
“E’ tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti”. Così si legge nel “Manifesto della razza” emanato dal fascismo nel 1938. Quel manifesto fu uno dei documenti più infami della nostra storia unitaria ma fu anche uno dei documenti più sinceri di gente che ammetteva il proprio disprezzo per chi aveva la pelle scura. E quella gente non era formata soltanto da tronfi federalucoli di provincia, non solo da gerarchi fascisti fieri di allinearsi alla politica della razza della Germania nazista, non solo da borghesi conformisti, ma dal fior fiore di intellettuali italiani (risparmio i nomi per pietà, i quali, caduto il regime, fecero la corsa ad “iscriversi all’antifascismo”, come disse Croce). Il teorico della “razza pura”, Lidio Cipriani, affermava che era reale la “inferiorità mentale irriducibile negli uomini di colore, connessa a cause razziali di cui sarebbe pericoloso contaminarsi”. Non lo disse nell’orecchio di Mussolini ma nel famoso congresso da cui uscì il famigerato “Manifesto” che servi da sostegno al dittatore per emanare le sue leggi razziali. In quel convegno l’antropologo gesuita Padre Schmidt, in rappresentanza del Vaticano, oscillò tra un velato razzismo e un atteggiamento paternalistico da assumere nei confronti della gente di colore.
Sono razzisti soltanto i consiglieri regionali? Soltanto gli assessori che, insieme ai primi, non adottano nessun provvedimento? Non soltanto. Lo è anche quel popolo lucano di internet che sulla rete cazzeggia fino alla noia sui giovani talenti lucani incompresi, che irride (ed è giusto che sia così) le battutacce di Berlusconi & C, che s’indigna per la squadra del Potenza, che compatisce i tre licenziati dalla Fiat e forse qualcuno sarebbe anche tentato di andare sul sagrato della cattedrale per richiedere a voce spiegata “santi subito!”. Ma, non una sola riga è comparsa sui vari siti di internet che abbia espresso non dico solidarietà (la si esprime a chi è protetto dal sindacato), ma almeno un rigo che dicesse “poverini!”. Anzi qualcuno (sempre sulla rete) mi ha scritto “questo problema è così incancrenito che non vale più la pena parlarne”. Come dire,”lasciamo marcire quella gente, come i pomodori che raccolgono”.
Ecco, quest’ultimo, stimato professionista, ha avuto il coraggio di dire la sua posizione. E questo non ci deve spaventare, così come non ci debbono spaventare i razzisti. Sono gli altri che debbono preoccuparci, che ci debbono farci paura. E chi sono costoro? Quelli che sanno. E alla Regione lo sanno. Quelli che vedono. E i lucani lo vedono. Quelli che tacciono. E i sindacati tacciono. Tace anche la CEB (Conferenza Episcopale Lucana) che, forse, è sulle orme di Padre Schmidt.
Il razzista lo puoi combatte, Gli altri no. Il bello poi è che questo governo regionale è di sinistra! Allora tu pensi a questo silenzio e dici che la sinistra anche in Basilicata non c’è più! C’è solo un comitato d’affari. Al quale si potrebbe fare la provocatoria proposta di emanare un “Manifesto lucano della razza” . Sapremmo almeno da che parte sta.
Ho il sospetto che tutti questi signori attendano il “grande evento“. Non uno di quelli finanziati dalla Regione utili a soddisfare le voglie vacanziere dei sindaci lucani tesi ad istupidire i nostri giovani col rock, folk e gruppi di metallari vari. Non uno di quei grandi eventi succhiasoldi pubblici realizzati nelle grangie e castelli medievali vari. No. Il grande evento che tutti aspettano è la rivolta di quel popolo di colore sfruttato e mortificato di Palazzo San Gervasio. Qualcosa di simile all’evento di Rossano Calabro.
Allora verranno mandati reparti di polizia a sedare e si dirà che l’evento è sotto controllo. Ci sarà chi relazionerà il ministro degli interni su questo evento “inaspettato”. Si, si dirà così, “inaspettato”. Ripiomberanno i pulmini delle TV nazionali per rendere “nazionale l’indignazione”. Toh, diranno, nella Basilicata ”virtuosa” succedono anche queste cose vergognose oltre agli sputtanamenti delle alcove dei principi e del colore delle mutande dei fotografi. Ci sarà l’indignato rammarico bipartisan dei consiglieri regionali sullo sfruttamento finora consumato. Ci sarà qualche assessore fighetto che riapparirà in televisione per dirci che la Regione ha stanziato 900mila euro per risolvere il problema ma che non ha avuto gli strumenti per spenderli (che idiota dichiarazione d’impotenza!).
Aspettiamo, aspettiamo l’evento!

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