UNA SHOA' SNOBBATA
“Asociali!”. Così Hitler definì gli omosessuali. Li associò ai
criminali, ai vagabondi, ai disabili congeniti e ai malati mentali.
Decise, quindi, di estirparli. E li mandò nei campi di
concentramento. Dal 1939 al 1945. Fece cucire sulle loro casacche un
triangolo rosa per distinguerli dagli altri internati: zingari,
oppositori politici, testimoni di Geova. Con questi gruppi essi non
dovevano parlare. Con tutti loro condivisero i forni crematori. A
tale decisione estrema egli arrivò in tre tappe.
Iniziò a perseguitarli subito dopo la presa del potere, nel 1933.
Diede infatti il via ad una campagna denigratoria basata su due
punti: i gay insidiavano la “Maennerbund” tedesca (la comunità
dei di maschi) capace di garantire la superiorità razziale ariana.
Essi poi incidevano sul calo demografico della Germania. Quel genio
della comunicazione di Goebbels, ministro della propaganda, creò
allora un clima di caccia ai gay!
Sul piano legislativo in questa prima fase, che va dal '33 al '35,
Hitler reintrodusse nel codice penale l'art. 175, di prussiana
memoria, che puniva gli atti omosessuali tra uomini. Ordinò poi
alla Gestapo e alla polizia di applicare la tattica del terrore e
fece chiudere tutte i club e locali gay, nati numerosi nel precedente
periodo democratico della Repubblica di Weimar. In questi anni adottò
circa venti provvedimenti legislativi ed emanò molti ordini segreti
contro gli omosessuali. Bisognava mandarli via dalle Università.
Via dall'esercito Via dagli uffici pubblici. Via dalla politica
perché essi inquinavano l'immagine di virilità propria del regime.
Con tale pretesto, Hitler eliminò, nel 1934, il suo antico amico
che lo aveva aiutato a prendere il potere, Ernest Rohm, capo delle
violente SA, dichiarandolo ufficialmente 'pericoloso' perché
omosessuale (Visconti ha raccontato tale eccidio nella splendida
sequenza del film “La caduta dei dei”).
Durante la seconda fase - 1936-1939 - Hitler istituì l'”Ufficio
del Reich per la lotta all'omosessualità e all'aborto”. Aumentò
il numero degli arresti. Diede il via, con grande pubblicità, ai
cosiddetti “Processi dei conventi” contro i monaci accusati di
pedofilia e di atti omosex. Con l'inizio della guerra, intensifica
il terrore fisico, ordina la castrazione forzata (anche se
illegale), introduce la pena di morte per i recidivi; decide la loro
deportazione nei campi di sterminio.
Un qualche dato statistico? Nella prima fase i gay condannati
furono circa mille; nella seconda, 8562; nella terza, circa 50.000.
Di questi ultimi molti finirono nei forni crematori. Come mai così
pochi rispetto al un numero più consistente di gay esistenti nel
Reich? Nonostante tanta brutalità, veniva fatta una strana
distinzione: gli omosessuali che si “ravvedevano” sposandosi e
quelli che facevano altrettanto una volta usciti dal carcere dopo
aver scontato la pena prevista dall' art. 175, venivano considerati
“integrati” nel resto della società come eterosessuali. Non si
chiedeva loro di avere dei figli perché potevano nascere
“imperfetti”, dato che il loro padre (il gay-sposato) era
considerato comunque un malato, ma non era neppure proibito farne.
Che assurdità! Coloro che non si sposavano erano costretti ad
astenersi dagli atti sessuali. In un caso e nell'altro, era previsto
per tutti la 'Umerziehung' (rieducazione), cioè dei corsi basati
sulla psicologia, l' analisi e le .... “prove sul campo”, con
donne naturalmente. Se la rieducazione falliva, venivano applicate
delle pene maggiorate.
Tornando ai campi di concentramento, gli internati col triangolo
rosa erano considerati “pericolosi” da tutti gli altri internati
di diversa natura perché parlare con loro significava far
sospettare di simpatie gay. Altra causa del loro isolamento era il
non ricevere posta. Non dagli amici, timorosi di essere a loro volta
ritenuti gay. Non dalla famiglia, che si vergognava. Ne consegue che
nei campi gli omosex vivevano nell'isolamento. Ma insieme a tutti gli
altri bruciarono nei forni crematori. Nessuno fuori aprì bocca.
Non la Chiesa cattolica (ma si sa che non lo fece neppure per gli
Ebrei). Non la Chiesa protestante. Non una qualsiasi associazione
umanitaria. E neppure gli stessi gay in quanto non furono in grado di
formare una subcultura in loro difesa.
Stranamente Hitler non volle prendere in considerazione
l'omosessualità femminile. Riteneva che le donne, pur praticando tra
loro atti sessuali aberranti, erano pur sempre idonee a generare
tedeschi sani.
Finita la guerra, le due Germanie non riconobbero agli
omosessuali sopravvissuti lo “status di perseguitati” in quanto
ritennero che le iniziative prese dal nazismo nei loro confronti
erano “in linea con le sanzioni tradizionalmente più diffuse
contro i comportamenti criminali”! Va aggiunto che il famigerato
art. 175 del codice penale venne abrogato soltanto nel 1994. Per loro
non c'è stato nessuna Scindler's list.
1 commento:
rom e omosessuali:
non è nel mio interesse
http://www.ilcittadinox.com/blog/non-e-nel-mio-interesse.html
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino x
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