mercoledì 6 settembre 2023

SLOGAtura

Sono scivolato sul parquet di casa sbattendo l’ avambraccio destro. Un male della madonna! La radiografia mi ha rassicurato: nessuna frattura, solo una slogatura,  niente di grave. Ma intanto sono ancora dolorante.  Che peccato che in giro non c’è più una MASCIARA, lei me lo avrebbe rimesso a posto in quattro e quattr’otto, come fece quando avevo tredici anni e mi successe la stessa cosa. Lei venne, mi prese l’avambraccio storto,  lo tastò,  chiuse  gli occhi e cominciò a biascicare il nome del diavolo, della Madonna e di  san Rocco. Quest’ultimo ripetuto più degli altri  mentre dondolava la testa  destra e sinistra e con un carboncino tracciava alcune crocette sulle parti dolenti (seppi poi che quel santo era anche protettore delle articolazioni). Con voce severa mi ordinò di guardarla dritto negli occhi. Lo feci e lei diede uno strattone all’avambraccio. Urlai di dolore e di pianto. Spalmò l’avambraccio con tre uova sbattute mischiate a tre cucchiai di sale, lo bendò, lo imbracò e m’ ingiunse  “stai così per trenta giorni, guai a te se te la togli prima!” Accettò il compenso di mezzo chilo di farina e se ne andò.    

Era d’estate e dopo qualche giorno quell’ intruglio sul braccio cominciò a puzzare. Ma non era quel puzzo a  rendermi smanioso. La fasciatura mi lasciava libere soltanto alcune dita della mano destra. Vissi allora un piccolo dramma, non per le fasce ma perché esse mi impedivano di…  Eh, si, da qualche settimana avevo scoperto il miele della sensualità autogestita e quella bendatura stretta non mi permetteva neppure di accarezzare quell’arnia tanto preziosa appesa fra le mie gambe. Eppoi non ero neppure mancino!  Il prete mi aveva detto che a gingillare con essa  sarei diventato cieco! Da un orecchio entrò e dall’altro uscì.  Egli insisteva perché rimanessi puro come un angelo. “Gli angeli non hanno sesso, e io ce l’ho”, gli risposi impertinente. Scansai uno scappellotto per quella risposta ‘da screanzato’ e lui la riferì a Nonna.  Ma era stata proprio Nonna a dirmi la faccenda degli angeli ed io credevo in lei.                                                                                         Il cuore tambureggiò quando al trentunesimo giorno la masciara tornò per tagliare le bende e  dirmi che avambraccio e mano erano guariti e abili in tutto.…Tenace, rimasi Angelo soltanto di nome...

Anche adesso l’avambraccio è tornato al suo posto pur se con altre diavolerie ma… alla mia età è dato  soltanto guardare e… fare contento il prete.


 

 

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