sabato 16 settembre 2023

CASA ABBATUTA

 

Tornavo da Melfi per la strada che passa per Rionero. Percorso obbligato. Mi ha toccato il desiderio di rivedere la casa della mia infanzia. Una casa a due piani. Lo stupore mi ha fatto spalancare gli occhi e la sorpresa mi ha aperto la bocca: la casa non c’era più!... Non c’è più! Abbattuta! Al suo posto sta alto un palazzo che vorrebbe essere bello. Ho incrociato le braccia premendole sul petto come a voler bloccare un dolore pronto a scoppiare. Non c’erano più le pareti che avevano conosciuto e protetto i pianti, le risate, le carezze, lo studio, i cibi, i litigi, e le parole, tutto per aiutarmi a crescere. Per un po’ sono andato avanti e indietro battendo con forza i piedi sul marciapiedi per calmarmi. Ho sostato davanti al portone d’ingresso. Immobile, pietrificato, mi ha preso la nausea e la tristezza, profonda. Tutto demolito.
Come prezioso madrigale d’amore mi sono flesciate in mente alcune parole di Nonna, sempre a plasmare la mia anima, lei. Ho alzato gli occhi a una finestra infiorata, unico punto decente sulla facciata. Anche la finestra della mia stanza aveva fiori sgargianti: bambino, più volte mi ero affacciato con Lei per acchiappare i raggi del sole e inseguirli con le risate fino al cielo…
 
Tutto è consumato. E riprendo il viaggio.
 
 
 

 

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