mercoledì 14 giugno 2023

RICORDO

 

Sedeva in panchina con lo sguardo alle aiuole vicine. Fissava i fiori sbocciati da poco. Chissà cosa gli passava per la testa. Nessun compagno lo disturbava  e anche i Padri Gesuiti lo considerato ‘particolare’ senza specificare in cosa.

Lui alle aiuole e io a guardarlo a breve distanza. Eravamo amici ma non volevo intromettermi nei suoi pensieri. Fino a quando sarebbe durata quella sua concentrazione – o incantamento? – sui petali nuovi.

 A tavola in sei, nel refettorio con tutti i liceali del collegio, all’improvviso egli se ne uscì con voce sommessa:

“Credo che i fiori parlino tra loro, come facciamo noi… Li guardo spesso, mi metto in ascolto, ma non sento nulla. Non sono sordo!… Non li sento perché c’è troppo chiasso intorno… Credo proprio che si potrebbe sentire le loro voci se ci fosse un silenzio assoluto.”

E girò lo sguardo  sui nostri volti,   uno per uno:  per cogliere un segno  di sorpresa o di condivisione?  Rimanemmo con le posate a mezz’aria, in silenzio,  anche se in qualcuno si poteva cogliere una voglia canzonatoria.

Riprese: “Però non basta soltanto il silenzio assoluto... Penso che occorra svuotare la mente per sentirli. Svuotarla di tutti gli altri pensieri…”     

Riprendemmo a suggere il brodo della cena sussurrando maliziosamente tra noi: qui casca l’asino….

 

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