domenica 31 ottobre 2010

il grande business


Grande, troppo grande per pensare che esso possa stare a Manhattan, (=l’isola con molte colline). Anche da straniero, tu sai che da queste parti il costo dei terreni è sceso. Però il pieghevole pubblicitario che leggi in albergo ti lascia perplesso per il prodotto insolito che offre. Dice: “Comprate in anticipo i lotti. Oggi è un investimento vantaggioso. Che importa se siete giovani o vecchi, la decisione più giusta da prendere è proprio adesso: comprate il posto dove andrete a riposare per l’eternità”. Qual’ è? E’ il Green-Wood (bosco verde), al di là del tunnel di Brooklyn. L’annuncio conclude riportando una frase del New York Time del 1866: “Il sogno di ogni newyorkese è vivere in Fifth Avenue, passeggiare per Central Park e riposare in eterno a Green-Wood”.
Quando stai per uscire dal tunnel già avverti nelle narici il particolare odore del Tempo Fermato che circonda tutti i cimiteri. Ne senti forte l’odore quando sei davanti al suo bel portone di bronzo in stile neogotico. Oltrepassato il quale, ti sembra di essere entrato in un paradiso terrestre: sorprende la fuga prospettica dei boschetti posti uno dietro l’altro che a coprire le molteplici alture digradanti. Incontri stagni pieni di vita minuscola e silenziosa. Odi lo sciabordio discreto di fontanelle. Gli uccelli cinguettano allegri e nugoli di pappagalli variopinti ravvivano ogni agolo.
Di qui il panorama è bellissimo. Lo era anche nell’ Ottocento, quando questo cimitero fu istituito. Avvenne nel 1838. Non si pensò di farlo monumentale, all’europea, e neppure di farne un luogo “sacro”, nonostante le molte croci piantate sui tumuli. In questo cimitero si condensarono i simboli mortuari nati dalla cultura del Settecento europeo col compito di comunicare immediatamente l’identità del morto. Qui, infatti, un agnello raffigura un bambino innocente Una farfalla la prima giovinezza. Un fascio di spighe ricorda un uomo già maturo mietuto dalla morte. La rosa recisa è una ragazza. Una colonna spezzata indica un giovane uomo che non ha avuto il tempo di realizzare le proprie aspirazioni. Due colonne raffigurano due sposi che nemmeno la morte ha potuto separare. Tutti questi simboli sono tristi ma tu capisci senza difficoltà che non ti mettono paura, quella paura animale della morte.
Qui dunque la morte è intesa come un ritorno al grembo della natura. Soltanto in una zona, chiamata “afterlife” (dopo la vita), è dato vedere solo croci. Messe li, a quanto dicono, non tanto per credenza cristiana quanto “per moda alternativa”.
Il concetto base che ha dato vita a questo cimitero è stato di costruire qualcosa di simile ad un parco pubblico nel quale trascorre il fine settimana per un picnic sui prati. Quindi, cosa più unica che rara al mondo, il cimitero viene allestito con l’intento dichiarato di ricavare degli utili. Per portare gente occorre però che vi sia qualche richiamo. Si decide di rendere questo “luogo del sonno” (questo è il significato letterale della parola cimitero) luogo privilegiato per le star della nazione. Cioè di quelle persone molto conosciute dalla gente. E così venne qui traslato, nel 1849, il popolarissimo Witt Clinton, governatore dello Stato di New York morto cinquant’anni prima. Il successo fu enorme. Il quale spinse le compagnie private ad organizzare i trasporti da e per Green-Wood: quattro linee di traghetti attraverso l’East River, omnibus, vetture da noleggio. La gente accorse a frotte. E la voglia di giocare, di mangiare o di corteggiare fra i bossi non venne mai guastata dalla vicinanza dei monumenti funebri. Ognuno dei quali fino al 1940 era circondato da un pregevole recinto in ferro battuto finito, purtroppo, come tutti, alla fusione per la guerra.
Un secondo successo fu segnato nel 1843 con la sepoltura della figlia di un capo indiano, giovane, bella e popolare perché sapiente, morta per un banale raffreddore. Per averla, i proprietari del Green corruppero gli indiani che volevano seppellirla in una prateria, secondo il loro uso. La terza star fu William Poole, morto nel ’55. Era notoriamente un delinquente ma era anche il capo politico del partito xenofobo (su di lui Scorsese ha girato il film “Gang of New York” con Di Caprio e la Diaz). Non amava gli irlandesi e gli irlandesi gli ricambiarono la cortesia con una pallottola nel cuore. Dopo di lui anche gli irlandesi, purché facoltosi, vennero sepolti qui. Non così per i negri. Ve ne una però, ma è qui perché fu la prima donna negra a diventare medico, Susan Smith McKinney. Un’altra donna eccezionale fu Elizabeth Hamilton (l’ispiratrice di “Via col vento”) che riposa a identica distanza tra le tombe dei due mariti, uomini eccellenti della guerra civile. E proprio questa guerra fece conoscere al cimitero il suo “periodo d’oro”. Venne creato, infatti, un ‘quartiere’ di tombe di generali ed ufficiali di entrambi gli eserciti (soldati no, non erano da richiamo) con patriottici epitaffi retorici dal buffo tentativo di far poesia a rima baciata. Per anni furono oggetto di mete turistiche. Poi la moda passò alla visita delle tombe di quegli uomini che hanno fatto l’economia americana. A parte i finanzieri di Woll Strett, non molto lontana da Gree-Wood, si andava a visitare le tombe di Underwood, mister inventore della macchina da scrivere, Morse, mister telegrafo, Golgate, mister dentifricio, Tiffany, mister gioielli, Steinway, mister pianoforte, ecc. Ci sono molti campioni dello sport. C’è pure altra bella gente: mafiosi e avvocati. Tra i primi, il più importante con la monumentale tomba, c’è Alberto Anastasia, detto anche Lord Hagh Boia per aver eseguito 500 omicidi su commissione (aveva fondato la Murder Inc. per eseguire i mandati. Fu ammazzato presso un barbiere). Fanno parte del panorama anche famosi avvocati, lautamente stipendiati dalla mafia.
Per ultimo ti fermi a guardare la tomba di Eliza Gilbert. Chi è costei? Fu contessa von Landsfeld. E prima ancora fu spiritista, fu causa di una rivoluzione, attrice, ballerina. Ma soprattutto fu ‘femme fatale’ dagli amori folli con Balzac, Dumas padre, Litzt, poi più su con lo zar Nicola I, a seguire re Ludwig I di Baviera. Le antologie la ricordano col nome di Lola Montez. Ci sono tante altre persone illustri, tutte proprietarie.
I prezzi per l’acquisto di un loculo è ancora favorevole…

Nessun commento: