
Vorrei che i giovani lucani capissero che la “cultura” non è un sapere di date, nomi, titoli, cifre, Non è possedere “un pezzo di carta”. Tutto ciò è “mobilio” della mente. Cultura è istruzione, confronto, capacità di mettersi in discussione. E’ capire che cosa dicono e che cosa fanno gli altri. Tutti gli altri.
Vorrei che avessero l’”ambizione” dei conquistatori che volano continuamente di vittoria in vittoria e non si accontentano del poco offerto dall’ambiente. Che potessero dire, come don Giovanni, “non vi è nulla che possa fermare i miei desideri”.
Vorrei che considerassero il “civismo” non roba da museo ma uno strumento per controllare i propri desideri e comportamenti nei rapporti con gli altri. E che questi “altri” non sono soltanto quelli del branco ma tutta la comunità in cui vive.
Vorrei che capissero che la parola “dovere” non è un obbligo penoso rispetto a tutto ciò che è richiesto dalla legge, dalla morale, dalla consuetudine sociale. Il dovere ha sempre avuto un gusto di sudore. Il resto viene da sé. Ce lo insegna anche Gandhi: “se adempiamo i nostri doveri, non dovremo andare lontano e cercare i diritti.”
Premesso tutto questo, vorrei che i giovani lucani si emancipassero dalla piaga della raccomandazione che affligge questa regione e che toglie loro la dignità di persone libere.
Vorrei che essi avessero il coraggio di chiedere al presidente della Regione come vengono spese le royaltis del petrolio locale e di rifiutare d’ora in poi di accettare contributi tappabocca.
Vorrei che reclamassero dai politici locali di ascoltare anche il loro parere sulle iniziative che li riguardano. Di pretendere di smetterla di promuovere ingannevoli “patti” in loro favore e di fare assunzioni con finti crismi di legalità.
Vorrei che facessero pressioni sugli enti provinciali per il restauro degli edifici scolastici e non per ottenere contributi per iniziative “giovanili” senza né capo e né coda.
Vorrei che chiedessero conto alle Comunità Montane, ai G.A.L. e ai cento altri Enti Locali strumentali perché molto spendono e poco fanno.
Vorrei che smettessero di lagnarsi e attendere che tutto venga dato loro, con merito o senza merito, dal potere pubblico.
Vorrei….Ma se essi non vorranno, da qui a poco questa terra sarà come una cittadina di un film western e allora…potranno filmarlo coi soldi della Basilicata Film Commission, carrozzone di prossima istituzione.
[in occasione della visita in Basilicata del Presidente Napolitano]
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