mercoledì 23 ottobre 2024

ASINO MORENTE

Ho visto morire un asino. E’ stato domenica, nella campagna di un mio amico. Il suo asino gli dava pensieri. Lo trovammo disteso  sulla paglia e pareva sfinito. Ma lo era per davvero: ansimava e di tanto in tanto emetteva un raglio breve e rauco appena udibile. Era un lamento raggelante. Perché non chiamare il veterinario? Il mio amico scosse la testa, ‘no, è arrivato…troppo vecchio’, esclamò turbato,  e inginocchiatosi accanto gli accarezzò la testa. Gli occhioni di quella creatura si spalancarono all’improvviso a fissarlo,  gli usci un breve rantolo e morì. Vidi il mio amico, suo padrone, asciugarsi il viso da una lacrima e dirgli ‘va’ in paradiso’. Anche il cane, un Gran San Bernardo, si era accucciato a fissare l’asino senza più fiato. 

Ero lì basito a tanta tenerezza e a tanto dolore.

Pensai che soltanto nei Vangeli egli ha avuto un momento di gloria: fu quando portò Cristo in groppa nel suo ingresso in Gerusalemme (apparve nel presepe soltanto col XIV secolo). Per il resto del tempo è stato sempre ingiuriato, bastonato, sberleffato,  spesso caricato di sofferenze silenziose, paragonato ai lussuriosi e a quanti sono duri di comprendono Eppure è rimasto sempre fedele nel servire l’uomo. A differenza del cane che esterna la sua sottomissione al padrone, egli è tanto riservato quanto paziente. Non solo per questo meriterebbe la gloria ma anche per la sua tenacia nell’aiutare l’uomo e dunque la vita.

Rip.

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