Che splendore è la notte di san Giovanni! E’ il solstizio d’estate col suo giorno più lungo e il suo cielo di un fuoco abbagliante...
... E in passato fu anche la notte del delirio delle streghe. Si ritrovavano sotto un albero, meglio un noce, per sfinirsi fino all’alba in una danza vorticosa tra urla forsennate, sudori nauseanti, capelli scapigliati a incorniciare sguardi feroci su facce da Medusa.
...Fu anche la notte in cui un cardo fioriva sul davanzale della finestra per annunciare di buon mattino alla ragazza qualcosa per lei di grandioso: il matrimonio. Era così nel mondo contadino povero con la donna sempre sospesa tra desideri e mortificazioni.
…Fu anche la notte per mettere alla finestra un catino pieno d’acqua profumata da erbe perché fosse benedetta da san Giovanni, che, inquieto come in vita, nel buio girava muto per le strade e specchiava la propria testa un tempo tagliata dalla ferocia di un lussurioso. Al mattino quell’acqua veniva filtrata e usata per la bellezza del viso e dei capelli delle donne. Poteva anche bagnare gli occhi se gli guardi cominciavano ad appannarsi.
…Fu anche la sua rugiada all’alba ad accendere in una donna sterile la speranza di avere un figlio. Ella si stendeva sull’erba per un insistente lavaggio delle parti intime e, commossa, invocava con fede: “ santo Giovanni in mezzo alla via gridavi che veniva Gesù Cristo, fammi venire dentro questo mio cuore un figlio benedetto.” Che grande richiesta d’amore!
…Fu anche il protettore dei condannati alla decapitazione, Lui, che ci aveva rimesso la testa. Lo invocavano non per la revoca della pena ma per non soffrire molto al supplizio e per ottenere da Lui una vita nuova… almeno in Purgatorio.
[Raffaello, San Giovanni (particolare ‘Madonna di Foligno’, 1511, Pinacoteca Vaticana]
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