…ED ERANO MESTIERI PER VIVERE
ACQUAROLA: donna che dalla fontana pubblica riempiva due barili di legno, li caricava sopra un asino e girava di casa in casa per venderla. Quando era un solo barile, la donna lo caricava sulla propria anca. Aveva con se anche un piccolo recipiente di creta (lu ci-c’-n, l’urciuolo) per coloro che chiedevano soltanto da bere. Sempre a pagamento, pochi spiccioli.
BANDITORE ì: andava in piazza, negli incroci, nei posti affollati per fare pubblicità. Girava con un tamburello percosso da un bastoncino o un corno o una piccola tromba. Suonava e poi a gran voce diceva dove si vendeva il buon vino, le scarpe, le stoffe o che al mercato era arrivata un certo prodotto.
BARDAIO: costruiva la barda, cioè una sella di legno per asini, muli e cavalli da soma. Al centro metteva una specie di cuscino di paglia utile a non far male all’animale.
CANTASTORIE: arrivava in piazza nei giorni d festa o di fiera per raccontare, recitando in versi a rima baciata, antiche storie d’amore piene di drammi. Si accompagnava con cartelloni illustrati, dipinti su tela (come i fumetti). Commentava le sue “storie” con chitarra o organetto. E intorno si raccoglievano i cuori semplici per lasciarsi intenerire
CAPILLARO: Uomo che, raccoglieva i capelli raccolti dalle donne (di solito trecce di capelli) dando in cambio spille, aghi, pettini, elastici o qualche altro oggettino.
COMARE PER PIANGERE IL MORTO: Era una donna che, a pagamento, andava a piangere un morto (=Lamentatrice o chiangimurti). Si metteva al lato della bara e, dondolandosi, cominciava a piangere forte e a raccontare le buone azioni compiute in vita dal morto. La sua bravura consisteva nel trascinare nel ianto anche i presenti.
Li ho ricordati senza la retorica del “come eravamo felici”.
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