“…Quel tenentino tedescaccio frequentava casa per il pianoforte verticale. Aveva saputo della sua esistenza, rara in paese, e cominciò a venire da noi. Non gli fu difficile ottenere il si da mia madre, anche se la suonatrice di casa era Nonna, perché quella sua divisa incuteva un certo timore. C’è da aggiungere che si era presentato a mani piene e con modi gentili. In tempo di guerra anche le scatole di grassa carne della Foresta Nera valevano bene qualche nota musicale! Erano scatole tedesche, ma che fa, erano ottime per noi ingozzati di patate quotidiane. Lui rideva e precisava “Salzkartoffeln”, patate lesse! Non c'era altro in giro, salvo un po' di formaggio, qualche uovo e verdura, tutto a caro prezzo e di contrabbando.
Noi ragazzini non lo amavamo, anzi cominciammo ad odiarlo perché quando ci incontrava per strada, ci toglieva di mano i grilli e li inceneriva col proprio accendino. Rideva nell’uccidere come se fosse un gioco: “Q-vesto non fare soffrire a mano di voi, ‘bose Jungs’ , intendendo con ciò che era meglio farli bruciare nelle sue mani piuttosto che farli soffrire nelle nostre mani di ‘cattivi ragazzi’. Pazzo! Che ne sapeva lui che coi grilli noi parlavamo, li accarezzavamo e dopo un po’ li lasciavamo andar via? Sentivamo crepitare nelle sue mani quei corpicini nati per suscitare sorrisi di simpatia e allora dentro di noi nasceva un poco per volta l’ odio. Lui, da maestro elementare qual’ era prima di indossare la divisa militare, lo percepiva e allora ci offriva cioccolatini che rifiutavamo per orgoglio pur se con un tantino di dispiacere.
Spesso costringeva noi cinque ragazzini a stare seduti e sentire la musica di un certo Richard Wagner affinché diventassimo “amici della musica”. Ci annoiava a morte e cominciammo ad odiare quella musica e chi la eseguiva. E questo era il secondo odio, dopo quello per la morte dei grilli. Ma ve ne fu un terzo. Ci venne quando egli regalò a ciascuno di noi una saponetta con la raccomandazione, quasi un ordine, di lavarci più spesso. Aveva un intenso odore dolciastro di cannella. Stomachevole! Fui costretto a usarla quando doveva venire lui. I mie amichetti smisero di incontrarlo, salvo che per chiedergli, sfacciati, qualche scatola di carne. Allora si lavavano e puzzavano di cannella pure loro.
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