“Sono appena sceso dal treno al mio paese.
Blu, grigio, argento: i colori della notte si stanno perdendo. Goccia la fontanella guasta all’angolo dello spiazzo della stazione. Dall’albero cade una corolla: è questo il regalo del vecchio ciliegio in una terra di arcane ombre. E’ bello questo regalo perché abbellisce la terra. Raccolgo la corolla e la ripongo nel fazzoletto, schiaccio sassi lucenti di brina e il silenzio avvolge il rumore. Gli zoccoli di un asino spezzano i miei pensieri. Si fa chiaro il cielo, là, verso la valle di Ripacandida. In controluce l’ombra delle case sussurra la loro lunga storia di grigiore bagnato di azzurro.
Il giorno in cui, anni fa, partii per la prima volta, questo cielo ero di fuliggine. Con la valigia stretta in una mano uscii di casa. Le lacrime erano in gola. Per pudore non volevo che mia madre mi vedesse cosi e sbattei la porta….”(Incipit del mio primo libro sulla nostra regione: “L’Innamoramento in Basilicata”)
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