martedì 9 giugno 2020

LA SONNAMBULA



Ho visto in TV “La Sonnambola” di Bellini e senza magia la mente è andata, nitida, a quell’altra del Teatro di Roma. Quella fu davvero particolare: nel pomeriggio la protagonista ebbe un incidente e noi pieni d’ansia si corse a Ciampino a supplicare il soprano, già con un piede sull’aereo, a venire a salvare lo spettacolo. Era Anna Moffo, all’epoca stella della lirica, bella voce e bella donna, che venne e cantò meravigliosamente la difficile partitura belliniana. Stette soltanto per due serate, poi partì per il Metropolitan di New York, già impegnata là.
Giovane, avevo appena iniziato a fare l’aiuto regista in quel Teatro. Durò due stagioni l’incarico, a darmelo era stato il M° Tullio Serafin, uno dei più prestigiosi maestri del Novecento. Lui chiamò per alcune regie Margherita Wallmann, grande regista d’opera. Venne anche il regista cinematografico Mauro Bolognini con una “Traviata” tutta sua, abbastanza fischiata dal pubblico. Applauditissimo invece fu uno spettacolo beethoveniano con la voce recitante di Arnoldo Foà. Gliel’ho ricordato qualche anno fa, qui a Potenza, venuto a recitare Garcia Lorca.
Lui, già novantenne, mi ha fissato e mi ha detto: “Ah, si, eri quel rompiscatole che mi riprendeva perché non stavo nella posizione giusta sotto il riflettore…”
 

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