LE MIE PAROLE non sopravviveranno in nessuno. Cosa posso pretendere? Quelle che ancora mi rimangono mi servono anche per parlare del mio Amico appena morto di una morte tremenda:
Amico mio, credette la luna in un tuo sorriso e lasciò le nubi senza pioggia. Credette la luna nelle tue promesse e lasciò le stelle nella blusa. Ma ora che il soffio dei ciliegi ha dato una coda vuota alle tue ore io abbasso le mani sugli occhi e grido, grido Amico mio, dolori innaturali come spine. Il canto ora severo e leggero come duro di foglie nel cuore, come sordo di pietra nelle mani, cancella i giorni ricchi in cui la Morte già di prometteva un’agonia di ricordi….
Impasterò un fiore, silenzioso, per la tua tomba.
Nessun commento:
Posta un commento