Posso avere
la parola? Come ginocchio sinistro ho dovuto subire un’ intromissione, proprio
un anno fa, il 5 settembre del 2018: mi hanno messo una protesi. Poi hanno
detto di dover essere rieducato. Ok, e per 40 giorni sono stato in una struttura
pur di ricominciare a camminare. Era una specie di Getsemani. Ricordo che lì
dentro la testa del mio padrone ha dovuto mettere in atto una resistenza
mentale per sopravvivere a tutto (uso un eufemismo)…Ne sono uscito abilitato
con approssimazione (bisogna pur essere pazienti e buonisti, suvvia!). Senza
essere impertinente come il mio padrone, ho cominciato a lamentarmi per i
costanti dolori. Ma lui, sempre con la fissa dell’antropologia, si è messo alla
ricerca di una maciara per farle compiere una qualche magia capace di
rimettermi in sesto. Ma di maciare nemmeno l’ombra.
Allora ha
fatto appello a san Cristoforo, che oltre a proteggere dalle disgrazie e
pericoli specifici, protegge anche i
viandanti. Mi nacque la speranza di riprendere a camminare, giramondo
impenitente. Ma il santo gli è venuto in sogno per dirgli di non poter
intervenire in mio favore perché Dio non lo aveva abilitato ai miracoli
riguardanti cose meccaniche (la protesi). Detto così, alla buona. C’era da
rassegnarsi?
No. Il mio padrone, che mi vuole bene, sotto il
carico doloroso dell’ansia mi ha portato allora alle cattedrali dell’ ortopedia,
al Nord Italia. E li non accettano offerte spontanee ma parcelle salate. Ok,
passi pure. I ‘luminari’ dai curricula astronomici mi hanno guardato e con solenni gesti rituali mi
hanno radiografato, palpeggiato, rivoltato e alla fine hanno sorriso.
Conclusione
di tanto peregrinare: ridotta capacità di guida e bastone (ha l’ impugnatura
d’argento ed è seducente: una testa di cobra!). Non mi resta che celebrare
l’anniversario.
P.S. –
Dimenticavo: l’operazione chirurgica l’ho fatta a Potenza.
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