martedì 13 giugno 2017

LESSICO DELLA MAGIA LUCANA

“Ecco cosa succedeva in Basilicata: c’era tanta gente che credeva nella magia! Non per il coniglio spuntato fuori dal cappello o per la ragazza segata in due. Questa non è magia, sono giochi di prestigio. Illusione. La magia praticata in Basilicata era un’altra cosa. Per capirla bisogna partire dalla gente che l’abitava. Quella gente era fatta di persone alla ricerca di una serenità personale spesso insidiata da altre persone di malo cuore. Quelle persone vivevano sul filo rosso dell’essere e non essere. Avevano certezze affettive spesso frammentate. Erano “gli ultimi” di una regione popolata di ultimi, in povertà. […]  

…. Ma tutti hanno accennato, solo accennato o parlato in modo incompleto, alle emozioni che la magia portava con sé. Eppure erano emozioni dense di sofferenza depressione liberazione esaltazione. Da tempo penso che per descrivere “quelle”’ emozioni non ci vorrebbe più un antropologo ma uno Shakespeare colpito da “fattura” lucana o un Dostoesvkij esiliato in un’allucinata Siberia di calanchi. A me piacerebbe soltanto aggirarmi nei paraggi della casupola di una maciara e…. Per ora ho compiuto un giro intorno alle parole da lei usate, le ho messe in ordine, le ho raccolte nelle pagine che seguono. Non sono le parole delle formule – le temo- ma quelle altre, le parole ancillari che come tessere hanno composto il grande mosaico della magia lucana.” ----- Così inizia e termina la pagina che apre il mio libro LESSICO DELLA MAGIA LUCANA, a breve in libreria, illustrato dal alcune immagini generosamente fornitemi dal regista Luigi Di Gianni, attuale Presidente della Lucania Film Commission, il quale ha al suo attivo interessanti documentari sul mondo magico lucano.

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