venerdì 15 settembre 2017
ALZHEIMER
NERUDA -- “Ecco la mia voce estinta. Ecco la mia anima caduta. / I vani sforzi. La sete ferita e infranta. / Ecco le mie agili pietre che tornano e mi colpiscono. / Le altre luci bianche che danzano e si estinguono. / Le umide stelle assolute e assorte. / Ecco le stelle pietre che sollevò la mia anima in combattimento. / Ecco la stessa notte da dove ritornano. / Sono il più dolente e il più debole. Desidero. / Ah, il mio dolore, amici, non è più dolore umano! / Ah il mio dolore, amici, non sta più nell’ombra. / Nella notte, tutta di astri freddi ed erranti, / faccio girare le mie bracci come due pale impazzite.”
Sono versi di Pablo Neruda che mi sono tornati in mente all’uscita da un clinica dove ho visitato il reparto riservato ai malati di Alzheimer. Ho ancora il cuore appeso all’emozione. Intensa.
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