lunedì 3 ottobre 2016

GIUBILEO DEI POLITICI LUCANI - 5 SFUMATURE DI MISERICORDIA


La notizia è passata alla chetichella: il Giubileo dei politici lucani. 
Perché mai avrebbe dovuto fare rumore visto che in quest’anno particolare coloro che vanno a chiedere misericordia sono in tanti? 
Però pochi sono stati i nostri politici a sentire un tale bisogno. Non hanno varcato la porta del perdono per difetto di fede? 
 La risposta ognuno la dia a se stesso e a Dio, se credente. 
Non c’è da disperare però perché li vediamo in bella mostra la prima domenica di settembre ai piedi della Madonna di Viggiano. 
Con prudenza il parroco li fa sedere a distanza dalla Vergine e li circonda con un recinto a conferma della loro separatezza dai fedeli, venuti a Maria anche per chiedere di non mandare governanti peggiori. Misericordia! Non disperiamo perché vediamo i sindaci con fascia tricolore nelle feste patronali. 
Assolvono ad un dovere istituzionale e quindi la loro fede non c’entra. 
Li guardiamo un po’ perplessi quando baciano le reliquie: è possibile salvarsi l’anima con pubbliche devozioni formali gettandosi alle spalle i peccati sociali commessi, spesso per interesse, a volte per difetto cognitivo, altre volte per omissione, di solito per autoreferenzialità politica? 
Viene voglia di regalare a diversi Comuni lucani una targa recante le parole di Federico II di Prussia: “Più si va avanti e più ci si convince che Sua Maestà il Caso fa i tre quarti del lavoro dell’ amministrazione”. 

Misericordia! Cito alcune delle sette opere di misericordia spirituale
Dice la prima: ‘Consigliare i dubbiosi’, certamente, soprattutto coloro che vogliono curare la propria salute: c’è da fidarsi dei medici lucani, di eccellenza proclamata, o bisogna andare a Milano? Conviene fare le lunghe attese per una visita medica in ospedale oppure con immediatezza dagli stessi medici, ma in privato? Tanto per avere certezze sulla buona sanità in Basilicata. Ci consigli il Governatore per misericordia. 

La seconda: ‘Insegnare agli ignoranti’: perché non credere fino in fondo nella parola dei politici lucani che insegnano a capire che essi agiscono per il bene della comunità? 
Che sarà mai se alla chetichella in Regione i consiglieri si sono aumentati lo stipendio e risultano essere, assieme ai buracrati e statistica alla mano, tra i “più cari” (in senso economico) d’Italia? 
Questo non è peccato sociale. Lo si ripara elargendo misericordiosi contributi a pioggia variegata, molto variegata. 

La terza opera: ‘Ammonire i peccatori’. Non sono tali quei signori di Bruxelles che hanno inflitto alla Regione Basilicata una multa di 3.5 milioni di euro per inadempienze nella gestione dei contributi europei da parte dell’ARBEA? 
Non sono forse peccatori coloro che si permettono di reclamare la fine dell’ assistenzialismo e chiedono di spendere meglio le royalty (“i fondi evidentemente non sono stati utilizzati in maniera costruttiva”) [Mollica]. 
Il Governatore condivide ed infatti striglia i Comuni petroliferi per il loro spendere e spandere cosicché “le quote incrementali di royalty… non rimpinguano le casse del Programma operativo della Regione”. Reprobi! Non sono degni di Misericordia. 
Peccatori non sono forse quei lucani che vanno a cercare lavoro altrove? A dire che un tempo erano amorevolmente legati alla terra, la lavoravano con sacrificio per il bene del…feudatario del paese! 
Il Governatore assicura di trovarsi in compagnia di “diversi sindaci capofila di alcune aree interne, che stanno lavorando alacremente con la cabina di regia regionale e nazionale e si stanno sforzando per consegnare un virtuosismo a quelle politiche che rappresentano anche un antibiotico utile, uno degli antibiotici , per provare ad attutire il fenomeno dello spopolamento”. 
E intanto, essendo anche medico, prescrive una ricetta: spendere una parte delle royalties “per recuperare su servizi avanzati la possibilità che la gente venga in Basilicata e si stabilizzi.” 
Si è riferito, parlando così all’ANCI, agli italiani o agli extracomunitari? 
Misericordia per la qualità del linguaggio. 

Peccatori sono quei giovani che vanno via perché qui non trovano nulla in cui applicarsi per vivere. Quando si costituiscono in cooperativa di concrete utilità e con scopi produttivi tentano di accedere ai finanziamenti che li aiutino nell’ investimento. 
Alcuni muniti dell’antibiotico della raccomandazione riescono ad avviare l’attività. 
Altri, e pare la gran parte, ne escono afflitti e sconsolati, filologicamente è più esatto dire ostacolati, dalla burocrazia regionale lumaca (chi dei due è il peccatore?). 
C’è però da stare tranquilli cari giovani, il Governatore-medico una ricetta ce l’ha anche per questa vostra fregola di andar via: a lui piacerebbe unirsi ai sindacati regionali e nazionali, alla Confindustria per chiedere a Renzi una seconda SATA. 
Questo si che può essere “un progetto capace di ridare al nostro territorio la possibilità di svolgere a pieno la funzione a cui si candida”. Niente politica agricola, dunque, ma una nuova industrializzazione. Tenetevi pronti ragazzi a mettervi in fila per diventare operai, chiusi in stabilimento, con pesanti turni per un lavoro a tempo indeterminato , con viaggi stressanti da un paese alla fabbrica e col susseguente piacevole sbracarsi davanti alla TV e poi con l’ andare ad ubriacarsi in qualche sagra – uuuh, ce ne sono tante! -. 
E non mancherà chi ti dirà che tutto ciò è proprio dell’ identità lucana. 
Un famoso politico del passato disse di noi “briganti o emigranti”. 
La moderna classe politica lucana ha aggiornato tale detto in “briganti, emigranti o pezzenti”. E’ questo un peccato da nono cerchio dantesco (a scendere), che non merita Misericordia. 

La quinta opera: ‘Perdonare le offese’. 
E’ mai possibile perdonare l’ISTAT per aver pubblicato nel luglio scorso l’indice di povertà lucana? E’ attualmente al 25%. Non solo questo dato è nettamente superiore a quello medio italiano, ma è anche significativamente superiore al dato medio meridionale (20,4%). 
Il governatore passato lasciò la regione col 23.4% di media, l’attuale, in due anni di governo, lo ha portato al 25%. 
Be’, perché non riconoscergli il merito di aver fatto avanzare la Basilicata.. in povertà? Siamo ora al secondo posto in Italia. Però egli ci da sicurezza quando afferma che la Regione è l’unica in Italia ad aver speso tutti i soldi avuti dalla Unione Europea. 
Gli crediamo sulla parola, non per misericordia, ma perché la “fede in lui” ci porta ad essere sicuri che essi sono stati spesi bene. 
In tale certezza ci conforta il premio “Il più devoto lucano dell’anno” conferitogli dalla cerchia di san Gerardo Maiella in quel di Muro Lucano (è una cerchia spiritosa o calcolatrice? Lo sa solo san Gerardo). 

Ci sono alcuni ordini monastici la cui Regola prevede la confessione pubblica dei peccati da parte dei singoli monaci. 
Perché non immaginare l’applicazione di tale Regola a politici e amministratori lucani e vederli così penitenti davanti il santo patrono ad enumerare ad alta voce le azioni annualmente compiute per il bene comune e le altre per il benessere di alcuni? 
Ci sarebbe un effluvio di Misericordia. Sant’Agostino ha lasciato una raccomandazione per TUTTI: “Ciascuno abbia sano l’olfatto dell’anima, in modo da percepire come puzzino i peccati”. 

 "Il Quotidiano del Sud", 2.10.2016

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