Dieci minuti per il coffee break, aveva detto l’assessore ai
sindaci. Ne sono già trenta. Ma che fa? Sono passati veloci perché un sindaco, a
conferma della bontà della sua sagra, ha
offerto uno spicchio di ‘Lu muzz’c’ (pane
bagnato nel vino e cipolla, uovo sodo e
pecorino). Un altro crea qualche perplessità:
offre baguette calde con mortadella, specialità della sua sagra. Non sono tipiche della Basilicata,
osserva un collega. Ma che fa? Comunque ne mangiano tutti.
Anche quest’ultima sagra concorre
a far conoscere il territorio, taglia
corto l’assessore, e, rifocillato, da il via alla seconda parte della riunione
affermando: “Fin qui risulta fondamentale
per il nostro territorio vedere che le sagre creano e incentivano una realtà economica complementare e di
prospettiva all’attività petrolifera, perché puntano sullo sviluppo di
un’economia legata all’agricoltura e al
turismo enogastronomico” (convinzione suprema!). Ordine del giorno alla mano, ricorda ai
sindaci dell’inutilità di parlare delle
eccellenze, i due grandi attrattori. Tutti sappiamo che sulla Diga del
Pertusillo sono stati sapientemente
spesi 30 milioni di euro e che per sostenere i briganti… della Grancia la
Regione ha elargito quest’anno un contributo di 300 mila euro. Lo interrompe un
sindaco: “Noi abbiamo realizzato sul Sirino “La Signora del lago”, un fantasy
in chiave musicale su palco galleggiante, fontane danzanti, 40 figuranti. Va in
scena il Sacco di Lauria, il Beato Domenico Lentini, l’Arpa Viggianese, tutto
in chiave musicale”, e continua nell’ entusiastica narrazione velando però il
sogno di vedere il suo lago diventare un grande attrattore… di soldi pubblici.
Plana subito un altro sindaco che
stupisce tutti: egli esalta la “Rievocazione storica del sacco di francese di
Lauria” avvenuta nell’agosto 1806, ma non vuole attrattore nel suo Comune perché,
parlando in termini storici veritieri, dovrebbe essere un “Attrattore della Fedeltà”
(i laurioti subirono il massacro per restare fedeli ai… Borboni) e, sappiamo, che
la fedeltà è pericolosa da maneggiare…
L’assessore un poco infastidito
di tanta chiarezza rinvia il discorso sugli attrattori. Lui ora vuole sapere se
le rievocazioni storiche hanno la stessa valenza economica (e di evasione
fiscale) delle sagre. Tutti in coro rispondono “Eccome!” Avanti il primo
sindaco e poi il secondo e via dicendo: sfilata “Dai Longobardi ai Normanni:
storia di una Cattedrale”; ”quegli
extraitaliani hanno dato lustro alla nostra comunità” (meno male!). “La
leggenda di Isabella” con sbandieratori extraregionali hanno dato colore a Bella.
E sbandieratori, falconieri, menestrelli
hanno fatto da corona al “Matrimonio a corte” tra la principessa Carafa di
Napoli e il marchese della Porta di Episcopia, avvenuto nel 1437. Nella giusta
ottica di sinistra (‘de noantri’), il sindaco esalta l’allestimento di popolari
“taverne gastronomiche e cantine per indurre i visitatori ad entrare nei
vicoli, serviti da comparse in costume che mimano episodi che ricordano la
storia paesana. Le pietanze servite hanno ingredienti sempre attuali, anche se
riferiti all’epoca” (contraddizione? Ma che fa?). In tempi di crisi della
famiglia un altro matrimonio (storico) non fa male pur se la protagonista ne
fece due. Però in “L’Auora sotto le stelle” ne viene rappresentato uno solo per
motivi di opportunità: nel primo lei
aveva 11 anni e lui chissà quanti altri, tanti da morire presto. Nel secondo lei
contava 17 anni e lui poco più, lei ricca e lui poco più. Era anche bella, di
lui si tace. In più era poetessa. In più organizzatrice culturale, non a Saponara
(oggi Grumento) perché sapeva che i
funzionari… del re in Basilicata le avrebbero creato problemi di lentezza..
L’assessore prega i sindaci di
essere più concisi. Ok. Parliamo di palii: “Palio Carmelitano con corteo
storico” a Laurenzana (il guardaroba andrebbe rinnovato. Ma che fa?) Revival al Castello del Malconsiglio di
Miglionico con sfilata, falconieri, ecc., come da clichè di rievocazioni lucane (sarebbe stato bello
trovare in via Roma oltre a ‘la spasett’,
piatti tipici, anche un dépliant che spiegasse che i baroni furono contro “la
modernizzazione strutturale dello Stato” del 1485 e, non disponendo di un
referendum, dissero no a modo loro. Ma il re riformatore fece fare a tutti un
brutta, anzi bruttissima fine. Meglio tacere sul dissenso qui e altrove). Consoliamoci,
non mancano i santi e dintorni ne “Le giornale Basiliane” (da non leggere ‘Brasiliane’
con risvolti peccaminosi) di San Chirico Raparo; in parallelo ci sono i “Figuranti di San Nicola del corteo storico
rievocativo” fra il degrado ambientale dei Laghi di Monticchio (ma che fa?). A Banzi ecco ogni anno “La venuta di Papa
Urbano II” (si vede che i figuranti fanno un mestiere ecclesiastico, si muovo
con una goffaggine incredibile. Ma che fa?).
E siccome ci sono anche i
diversamente italiani, gli albanofoni di Maschito propongono la “Retnes”,
rievocazione in costume arbresche. E poi altre e ancora altre rievocazioni,
tutte in gran parte tese a presentare gli storici signori del paese in veste di
mecenati, amanti della plebe lucana,
benefattori, innamorati dell’ambiente, attenti all’economia locale! E’ un’ operazione
un po’ simile alle lapidi dei cimiteri
sulle quali tutti risultano essere stati uomini d’onore, laboriosi, probi, onesti, affettuosi. Ma che fa? L’importante è
avere un padre nobile. E poi, i sindaci non hanno forse letto le favole di
Fedro per sentirsi gran filosofi… del turismo?
L’assessore si dichiara più che
soddisfatto e annuncia, su incarico del governatore a Roma per una sagra
politica, che sulla traccia della felice operazione “Un computer in ogni casa” di qualche anno
fa, la Regione sta elaborando, come strategia di sviluppo territoriale, il
progetto “Un Attrattore in ogni Comune” da affiancare - non diciamo sostituire – al Santo protettore e alla sua festa patronale. In
tale ottica – siamo pur sempre cattolici, no? - sarà consentito al turista fare
delle OGOR (offerte per godimento ricevuto).
Conclusione, si intende passare
dalla politica di Attrattori di eccellenza (gli esistenti) agli “Attrattori
Discount” (futuri). Per tutti e a buon mercato. Ma che fa?
Il Quotidiano del Sud, 25 sett. 2016
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