
Riprendo in mano la Genealogia degli dei” di Boccaccio. Un testo delizioso, per troppo tempo fatto impolverare nella mia biblioteca. Leggo che il conte di Tricarico, Giacomo S. Severino, un po’ pettegolo, diceva in giro che Roberto, figlio di Re Carlo, era “di freddissimo ingegno e disperato” (!). Tutti lo scansavano a corte. Sapete come funziona il pregiudizio verso gli scemotti, no!? Roberto sentì parlare delle favole di Esopo - erano di moda - e allora si mise a leggerle. Chiusa l’ultima pagina, si convinse di avere acquisito i principi della filosofia. A corte cominciarono a “riverir lui oltre misura”.
Indesiderate, scattano delle
associazioni di idee, ma vengono
interrotte dal campanello della porta.
E’ un amico dirigente venuto a farmi leggere, in via confidenziale, il
verbale della riunione di quasi cento sindaci tenuta nella Sala Inguscio della
Regione. Documento riservato, ma dal contenuto non perseguibile. Essi, i
sindaci cioè, sono stati convocati dalla Regione per riferire le loro
impressioni sulle sagre promosse a pioggia. Soltanto delle sagre. No delle
serate con cantanti nazionali (di serie A) e coi talenti locali (di serie B,
tali per mancanza di notorietà al di là di
Sicignano). No delle Notti Bianche (un po’ demodé, ma pur sempre esaltanti per
i giovani, sognatori del Grande Fratello,
con birre in mano e preservativi in tasca. Bisogna pur tenere occupati
questi nostri giovani, no?). Posti questi paletti, l’assessore raccomanda: “Parliamo
delle sagre perché sappiamo che esse mettono in mostra cose locali e sono lodevoli attrattive, vere o false che siano. Mettono
sotto gli occhi cose verosimili, i costumi, le condizioni e tutte le qualità dei nostri paeselli, com’è
giusto che sia. In tanto fervore ci può capitare qualcuna con un difetto e
bruttezza. E’ fisiologico. Non dimentichiamo però la buona volontà di voi organizzatori
ai quali va il plauso della Regione, che tali sagre ha finanziato. Parliamone e,
se necessario, moltiplichiamole per lo sviluppo turistico del territorio pieno
d’ansia di farsi conoscere non solo per il petrolio.”
Prende la parola il primo sindaco:
“Con suoni e luci, ho realizzato “La grande madre…Mille anni di storie e
leggende sulle rocce di Castelmezzano” Uno
spettacolo emozionante con quattro canti sussurrati lungo il sentiero. Un canto
di vento, un canto d’acqua, un canto di luce, un canto di pietra.” “Anch’io ho
utilizzato una grande roccia per lo spettacolo “La montagna che parla”. Buona
affluenza nonostante il freddo”, dichiara giulivo il sindaco di Abriola (peccato
che il volume delle casse fosse così alto da rendere incomprensibile il testo.
Quisquiglie).
Scorro il verbale abbastanza
lungo e noto sindaci che parlano e parlano: “In vino VeryJazz, la cultura del
vino nella Magna Grecia” (Bernalda); “Cantine
aperte, ma anche degustazione di formaggi ed altri prodotti tipici della
gastronomia locale” (Sant’Angelo Le Fratte). Altre “Cantine aperte” a Rapolla e
ancora vino al “Wine Festival” di Venosa (tenuto nella baraccopoli allestita nel
cortile del Castello).
La professionale mania di
raggruppare gli argomenti mi porta ad organizzare alcune sezioni. Allora: sezione
magia lucana: “Nelle vie del borgo. Le notti della magia”
ad Albano di Lucania (con scudo protettivo di Ernesto De Martino che si rivolta
nella tomba). Così è anche per Colobraro (mani sul tavolo, per favore), qui
però le cose sono più serie. “Sogno di una notte…a quel paese --- “. Azzeccate
le parole del sindaco: “Complimenti dei numerosi turisti che hanno sfidato vento, pioggia e afa per visitare Colobraro e
vedere il nostro spettacolo. Colobraro permette di sognare, sempre. Grazie alle sue bellezze naturali e al profondo
senso umano che qui ha la vita.” (Bravi tutti per l’impegno profuso. Tornerò. Aggiungo
che Corsera mi ha telefonato per fare
una intervista sul paese. Non è avvenuta perché a seguire ho avuto un improvviso
intervento chirurgico. Che nessuno pensi male perché non credo a queste cose).
Sezione commestibili: Sagra del
baccalà (Avigliano); della Tapanedda (Episcopia); della Patata con “quintali di
patate per migliaia di palati” (Giuliano); del Pecorino (Filiano); dell’Involtino
(Gorglione); della Strazzatella (Guardia Perticara); della Strazzata (Stagliuozzo);
del Maiale (Laurenzana); Porklandia (Picerno); Il Salvia Pizza &Beer con
gara – ‘Una bionda in un minuto” (per bionda è da intendersi la birra…) a Savoia
di Lucania; I sapori del parco, da degustare a condizione che si passeggi nel
centro storico di San Severio Lucano. Non stancarsi a camminare neppure a
Vietri di Potenza prima per “Tipica - Percorso enogastronomico” e a seguire per
la Sagra dell’olio e delle tipicità vietresi. Vuoi cibo arabo-lucanizzato? Lo
trovi se ti metti Sulle tracce degli
Arabi: “l’evento è diventato l’appuntamento estivo più grande e più atteso”,
parola del sindaco di Pietrapertosa. Ci sono altri paesi, e comunque tutti, ma
proprio tutti, ad avere i loro ”percorsi enogastronomici”: orecchiette al sugo,
fusilli o ferricelli al sugo, salsiccia
alla brace, podolica alla brace, formaggio locale, focacce farcite, eccetera;
vino rosso rigorosamente freddo, di
solito per occultare la scarsa qualità, eccetera.
Soddisfatto è l’intervento del
sindaco di Sarconi per la sua Sagra del fagiolo, “il brand di una comunità che punta a diventare Capitale del Gusto
Lucano“ Forse avrà voluto dire che per mangiare bene in Basilicata scarpinarsi
fino a Sarconi? E’ proprio vero che è sempre bello abitare nei castelli in
aria. Stesso discorso per un altro paese che si affaccia per la prima volta
all’orizzonte delle sagre, Oliveto Lucano: quest’anno è partita La notte dei
forni. Il sindaco informa che il suo paese è pieno forni “e che per questo
motivo è giusto ripetere l’esperimento, ma
ancora più giusta è l’aspirazione a fare di
Oliveto ‘Ol paese dei forni’” per
la produzione di pagnotte (iniziativa da incoraggiare: un tempo c’erano
panifici, case vinicole ecc. che si fregiavano del titolo “fornitore di casa
reale”, Oliveto può aspirare a diventare “fornitore del palazzo regionale”. Non
è cosa da poco).
Sezione insaccati: Salsiccia
Festival con “ stand gastronomici, botteghe artigianali, laboratori di
dimostrazione pratica, saperi itineranti
(!) insieme alle immancabili degustazioni della tipica salsiccia a
catena.”(Cancellara).Decisamente contro la linea, ma il dietologo può
attendere. Sagra della soppressata e del
caciocavallo (Rapone). Orgoglioso è il sindaco di Latronico: Ho “la Sagra dei
sapori lucani con lo srotolamento della salsiccia più lunga del sud d’Italia”
(gloria e vanto dell’ amministrazione comunale che però per evitare incresciosi
confronti ha deliberato che tale salsiccia rimanga in paese…).
Affaticato l’assessore invita a
un coffee break. Chissà se alla ripresa chiederà quale sia stato il ritorno
economico a fronte del finanziamento (sarebbe una eresia). Qual’ è stato il ritorno turistico (di categoria mordi e fuggi
e di presenze). Di sicuro non chiederà se vengono rilasciati gli scontrini
fiscali (questo è di competenza della
Guardia di Finanza). Intanto ritorna al suo iPad ed è felice.
Sicuramente hanno letto con
entusiasmo Esopo.
(continua)
Il Quotidiano del Sud - 18 sett. 2016
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