sabato 23 maggio 2015

Nella foto,  io (al centro) presento a  Giovanni Paolo II il Premio Nobel per la Pace Pérez Esquival, argentino. Siamo nel 1982, VIII centenario della nascita di san Francesco. Ero in veste di segretario del Comitato Nazionale per le celebrazioni francescane. Riuscii a far venire in Italia vari Nobel per la Pace. Con Pérez ebbi un lungo scioccante colloquio. Lo ebbi anche, in tempi successi, col Papa. Fu un colloquio più breve, ma denso. Ciò era avvenuto anche con Paolo VI, in una udienza privata (ho le foto). Tre incontri importati, così come lo sono stati  quegli altri avuti con diversi  personaggi, come Mu'ammar Gheddafi, in Libia. E che dire della lunga frequentazione degli straordinari Claude Lévy-Strauss e Giuseppe  De Rosa, gesuita, miei principali maestri, Poi gli incontri con gli scrittori Natalia Ginzburg, Gunter Grass, Beniamino Placido, Giorgio Saviane. La lunga intervista radiofonica e la pizza con Rino Gaetano. La favolosa chiacchierata  con Eduardo De Filippo (che rigore morale!);  con Peppino De Filippo, Anna Magnani, Giuliano Gemma; il parlare sommesso di  Totò (che signore!). Ricordo ancora l'ipnosi dello stratosferico regista danese Karl Theodor Dreyer? E quel pomeriggio di fuochi d'artificio con  Bernardo Bertolucci, ironico (ero nella commissione di censura per il suo film “Ultimo tango a Parigi”, per il quale mi ero battuto contro il taglio di un solo fotogramma!). E poi le battute cordiali di Vittorio De Sica, il rigore professionale quasi tedesco di Luchino Visconti e la serata trascorsa con Alessandro Blasetti, gigione anzi che no; l'eleganza linguistica di Franco Zeffirelli e l'ovattato incontro con Pasolini, a casa sua, timido e sempre calmo anche alle mie domande provocatorie sul suo “Vangelo”. Ho avuto anche altri incontri importanti.
Gli articoli, gli appunti, le registrazioni su nastro, le foto, stanno tutte qui, nel mio archivio, spiritosamente chiamoto “il sacrario”. Forse dopo di me qualche erede taumaturgo farà ”risorgere” questi personaggi...Chissà.

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