giovedì 6 febbraio 2014

Un prestigioso complesso jazz romano mi ha invitato a scrivere il testo di commento per la brochure del suo disco dal titolo “I Traditori”, di prossima uscita. Detto fatto: lo scritto parla del significato del tradimento. Per chi è curioso può leggerlo in anteprima qui di seguito.
"Traditore! E' uno dei peggiori insulti che si possa indirizzare ad una persona. Questo vocabolo è fuori da ogni pensiero etico perché ai margini delle concezioni e degli ideali da cui scaturiscono i comportamenti degli uomini nelle relazioni reciproche. Eppure il tradimento viene ritenuto una “verità” universale valida per tutti gli uomini. C'è da chiedersi: in ogni luogo e in tutti i tempi?
No, non è così. Per noi la parola traditore rimanda subito a Giuda, ”archetipo dell'infamia”. così com'è stato classificato e isolato dal Cristianesimo. Tutti sappiamo che con un bacio egli tradì il suo Maestro per consegnarlo ai nemici, pronti a crocifiggerlo. Mentre l'evangelista Luca cerca di attenuare la sua responsabilità dicendo che “Satana entrò in Giuda”, attribuendo così il suo gesto al possesso diabolico, Matteo gli addossa tutta la responsabilità per aver agito per cupidigia (in cambio di denari, cioè). Prevarrà questa seconda tesi. Eppure la morte di Gesù era inevitabile, (“come sta scritto”), ma non era inevitabile che fosse uno dei suoi discepoli a tradirlo. I cristiani sanno che l'azione da lui compiuta era mirata a “fondare” qualcosa di diverso: la Nuova Legge, basata sull'amore e sulla giustizia! Però senza quel tradimento non ci sarebbe stata la morte redentrice di Gesù. Tuttavia Giuda rimane la personificazione del tradimento “malefico”.
Anche in altre religiosi c'è un “traditore” che consuma il “deicidio”, ma viene considerato come uno dei responsabili “positivi”della fondazione del nuovo ordine e, quindi, reso oggetto di culto. E' così nei miti greci, e prima ancora in molte religioni di popoli primitivi, e, in età storica, presso gli dei dell'antico Egitto, nella religione della Mesopotamia e in quella persiana di Zoroastro, nelle religioni anatoliche e in quelle della Siria e della Palestina.
Un esercito di storici delle religioni, teologi, antropologi ha riconosciuto il principio secondo cui è criminale uccidere la vittima perché essa è sacra…, ma la vittima non sarebbe sacra se non venisse uccisa”. Ne consegue che si è sempre avuto un circolo che ancora oggi conserva il nome di ambivalenza. E' difficile accettare tale conclusione, ma il tradimento ha proprio tale caratteristica. Nell’ elaborazione che ne ha fatto la Chiesa, il tradimento di Giuda assume, invece, un’apparente trasparenza perché imperniata sul meccanismo della colpevolezza e non del sacrificatore. E' stata negata all' azione da lui compiuta la possibilità di trasformarsi da malefica in benefica. Proprio tale negazione rende inesorabilmente traditore Giuda. Egli non può assumere nessun altro ruolo: egli “deve” far uccidere la Vittima (Gesù). Non può essere sostituito. Proprio per questo anch’egli diventa vittima, non degna però di considerazione, così come avviene nelle religioni dette. Nelle quali il sacrificio della “Vittima” (del dio cioè) appare si come frutto di una violenza criminale, ma il tradimento è considerato “positivo” perché finalizzato alla realizzazione dei frutti di quel sacrificio.
Il fatto è che dimentichiamo il significato etimologico di tradire. Esso ha la radice in 'tradere', che in latino vuol dire “consegnare” un ordine precostituito in nome di una nuova “consegna”, di un nuovo ordine. Tradire sancisce dunque il dramma del passaggio dal vecchio al nuovo, eterno dramma del processo evolutivo. Anche la parola tradizione ha la stessa radice. Cosicché quando il nuovo si afferma il tradimento si trasforma in tradizione. Proprio questo è il significato etimologico della tradizione: essa è la storia dei tradimenti passati. Andare alla riscoperta di essa vuol dire allora avere nostalgia per la morale della fedeltà, con tutto ciò che ne consegue.
Intanto noi continuiamo a chiederci: fino a quando la parola traditore non verrà intesa nel suo significato ambivalente e non soltanto di violenza negativa?


1 commento:

davide ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=dgBX54iwg8c