skip to main |
skip to sidebar
Nella piazza di un paesino lucano, ho visto degli uomini anziani seduti
sulle panchine in evidente stato di abbandono. Ho provato pena e
dispiacere. Ho pensanto a Pablo Neruda che, già anziano, scrisse: "Sono
il più dolente e il più debole. Desidero./ Desidero, soffro, cado. Il
vento immenso sferza./ Ah, il mio dolore, amici, non è più dolore
umano!/ Ah. il mio dolore, amici, non stà più nell'ombra!/ Nella notte,
tutta di astri freddi ed erranti,/Faccio girare le mie braccia come due
pale impazzite./Perché non debbo essere io? Grido. Piango.
Desidero". Non è sentimentalismo, ma grido di solitudine!
Nessun commento:
Posta un commento