domenica 25 agosto 2013

  Nella piazza di un paesino lucano, ho visto degli uomini anziani seduti sulle panchine in evidente stato di abbandono. Ho provato pena e dispiacere. Ho pensanto a Pablo Neruda che, già anziano, scrisse: "Sono il più dolente e il più debole. Desidero./ Desidero, soffro, cado. Il vento immenso sferza./ Ah, il mio dolore, amici, non è più dolore umano!/ Ah. il mio dolore, amici, non stà più nell'ombra!/ Nella notte, tutta di astri freddi ed erranti,/Faccio girare le mie braccia come due pale impazzite./Perché non debbo essere io? Grido. Piango. Desidero". Non è sentimentalismo, ma grido di solitudine!

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