
Ho ricevuto da Parigi una cartolina della statua di colei che fu famosa per i seni lussureggianti: “Campaspe che si spoglia davanti ad Apelle”. E’ posta nella facciata nord del Louvre. Fu la bellissima prima amante di Alessandro Magno. Il quale la “prestò” al celebre pittore Apelle perché facesse da modella. Venne fuori l’opera
“Afrodite che sorge dalle acque” che estasiò Alessandro. Il quale, in segno di gratitudine, “regalò” Campaspe ad Apelle (uno scambio di favori sessuali? Via, siamo uomini di mondo!).
Mi è venuto spontaneo di associare tale immagine e il nome di Apelle alla pelle umana. La scienza dice che la pelle in ogni persona ha in media una superficie di circa 2 metri quadrati. Pesa 2 chili e mezzo. E’ spessa in alcuni punti del corpo come nelle palme delle mani e intorno ai talloni. La più sottile è quella delle palpebre. Durante la vita perdiamo continuamente scaglie di pelle morta per cui quando arriviamo a 70 anni possiamo dire di averne perso circa 48 chili. E questa è una certezza scientifica.
Problematica diventa tale certezza se la riferiamo ai vari politici locali e non. Per essere generosi, si potrebbe pensare ad un susseguirsi di “conversioni”, simili a quella avvenuta sulla via di Damasco, dove Paolo da persecutore si cambiò in ideologo del cristianesimo. In quel caso non si trattò di un “cambiamento di pelle” , ma di “una” nuova fede, e fu una sola. Tutti sappiamo dell’attuale mancanza di ideologie di riferimento. Eppure c’è un crescente numero di conversioni. A che cosa? Non c’è una risposta precisa. C’è il sospetto che ci si metta sulla via di questo o quel partito perchè folgorati dal nuovo sole che tutto regola e tutto riscalda, il business.
C’è chi è già stato in due-tre-quattro legislature regionali. Egli non cerca nuove vie su cui avere ancora folgorazioni. Magari è entrato nel Consiglio con una pelle e ne esce con un’altra. Beh, che male c’è? Perché non ricordarsi che la pelle di un politico non è parallela a quella biologica? Che essa per perdere 48 chili non ha bisogno di aspettare 70 anni ma basta una legislatura regionale? All’ occorrenza potrebbe semmai prenderne una nuova per assicurarsi altri cinque anni. Che male c’è?
Ci sono i nuovi adepti: sanno che la pelle parallela si acquista al mercatino degli ammiccamenti con vari soggetti economici e politici. Dell’onda d’urto nucleare. Dell’opposizione consociativa. Della promessa salvifica di creare il futuro. Dello stare accanto al cittadino. Dell’innovazione continua (mai partita, ma che prima o poi succederà). Delle sante crociate.

Però adesso si è aggiunto un elemento inatteso: gli adepti sanno di dover andare in clinica per le analisi della “linpieza de sangre” (purezza di sangue) lucano. Chi non possiede tale purezza non può sedere tra gli scranni della regione. Niente sincretismi eccezionali tra lucani e chi lucano non è. Anche perché la limpieza vuol dire fedeltà agli interessi consolidati, servilismo, pressappochismo, clientelismo, familismo amorale, ecc.
Quel mercatino di pelle parallela, più il certificato di limpieza de sangre lucano sono gli strumenti che danno la certezza di poter essere catapultati - finalmente! - nel centro del futuro! L’alternativa è quella di percorrere le strade della Basilicata pieni del cristiano fervore crociato per una “reconquista” di questa regione all’onestà e alla dirittura morale affinché torni ad essere “felix!” come lo era durante la visione serafica dei democristiani al tramonto! Ma ciò è rischioso.
Ci sono le donne candidate. Sia le passate che le presenti non sono come Campaspe! Qualcuna è come quella modella da giovane. Qualcun’altra ha avuto il suo Alessandro politico….
Che sofferenza! Che tristezza! Mi viene in mente un fatto avvenuto nel 2001 (ancora un’ associazione). In un paesino toscano si svolse un funerale insolito. La bara era piena di bistecche. La precedeva un “sacerdote” singolare: era un macellaio. Salmodiava a voce alta speciali giaculatorie “pro-defunctus”. Ad esse rispondeva il nutrito gruppo di persone dal volto contrito che seguiva il feretro. Quelle “preghiere” erano in realtà battute tanto salaci come soltanto i toscani sanno dire. Si era nel periodo della “mucca pazza” e la sua carne era proibita perché portatrice di una misteriosa morte. Il funerale finì in una gran festa per mangiare allegramente le “fiorentine” poste della bara. Morale: che anche di fronte alla minaccia, “è necessario essere uniti, sperare, resistere, fare festa”. Nonostante tutti gli scandali coperti, le royaltis mal spese, i corsi di formazione-truffa, i concorsi non banditi, la chiusura delle fabbriche, ecc., anche il potere di questa classe politica regionale è come la “fiorentina”: sempre pura, sempre sacra, sempre intoccabile.
Che strane associazioni le mie. Banali!
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