
Sta per finire novembre. Molti di noi hanno varcato i cancelli del cimitero recando in mano un mazzo di fiori, tenendo il volto chiuso al sorriso e l’animo pronto a rendere omaggio a chi un tempo amammo ed ora è nascosto alla vita.
Abbiamo adornato le lastre delle tombe poste a custodia del profumo giallastro di ossa rivoltanti, della polvere grigia, memoria del nero di lontani capelli. Abbiamo ricordato ciglia azzurre che ci hanno insegnato a sognare, labbra rosse cariche di baci ed ora perdute nell’abisso del vento. Tutto è diventato polvere. Polvere che s’insinua tra i muschi bagnati dei nostri ricordi.
Ero a Parigi qualche settimana fa. Foglie rosso cupo abbandonate sul viale, pioggia sottile e un’aria fredda danzavano sulla netta prospettiva del mio cammino. Stavo per entrare nel cimitero Pére-Lachaise, li dal 1814. Gli alberi ai bordi erano carichi di vecchie lacrime. Sulla strada un involucro di caramelle segnava il passaggio forse di un bambino.
Andavo a rivedere, dopo quarant’anni, le lucide lastre di marmo narranti vite risucchiate dal “mystère” della morte. Ricordano alcuni “maestri di vita”. A pensare che quando questo luogo della memoria fu costruito, era immerso in una boscaglia che perfino i morti rifuggivano. Per renderlo “alla moda” portarono qui le ossa di Abelardo, Molière, La Fontaine e Beaumachais. Le loro tombe sono austere. Sempre fiori freschi adornano invece i mille e più comunisti sepolti uno accanto all’altro in un’ala tutta per loro. E sono fiori sempre rossi. Non ti fanno provare nessuna tristezza.
Ancora il rosso di rose, col bianco dei gigli e il viola dei crisantemi si profonde intorno alla lastra che copre il corpo di Edith Piaf, il nazionale “Passerotto” (‘piaf’ in francese), capace di far percepire la gioia a chiunque l’ascoltasse. Accanto le hanno messo il giovane marito greco, un parrucchiere che lei voleva far diventare grande cantante, ma le mancò il tempo.
Più in là c’è il suo primo amore, Yves Montand (Ivo Livi), l’italiano dal canto ammagante che presto la lasciò per Simone Signoret, l’attrice dagli occhi di acqua marina sempre ridenti alla vita. Anche qui lei gli dorme accanto ed insieme sono ricoperti di fiori bianchi e rosa.
Verde e striminzito è invece il salice ricurvo sulla tomba di Alfred de Musset. Quel salice lo volle lui stesso a perenne memoria del suo dolore per un amore tormentato. Amò intensamente Gorge Sand. Ma lei era donna “emancipata”, amante di molti letti. Lasciò Alfred per un divorante amore

Ma la profanazione è ancora più grande da parte di branchi di giovani intorno alla tombicina di colui che ha fatto sognare i loro padri: Jim Morrison. Le cuffie dei lettori mp3 assordano le loro orecchie con le sue canzoni. E’ musica di trentotto anni fa. Come lui, qui fumano erba.
Strappano i fiori per appuntarli su qualche parte del loro corpo. Egli compiva “viaggi” impossibili e presto scese in un cimitero. Forse perché non si era accorto che il dolore non è nei ricordi.
Le mie orecchie colsero un pianto soffocato. Davanti ad una tomba nascosta alla mia vista una linda signora anziana si asciugava le lacrime. Le aveva spese per colei che nella realtà fu Marie Duplessis, in letteratura La Signora delle camelie, a cinema Margherita Gauthier (con la Garbo), a teatro La Traviata di Giuseppe Verdi. Mi intenerii ma per distrarmi volli cogliere il rumore delle gocce che colavano dagli specchi dei vecchi rami arrugginiti dei cipressi. La vecchina non dimenticava. Nella dimenticanza è invece la tomba di Amedeo Modigliani. Con lui è la moglie incinta di nove mesi suicida il giorno della sua morte. Tre corpi sotto una lapide ingrigita!
Anonima è anche la tomba di Marcel Proust. Ci si chiede perché mai sia così. Do una mia risposta: perchè tutte le sue cose migliori si trovano nei suoi libri e nessun epitaffio servirebbe a farlo conoscere meglio. Curioso è invece l’iscrizione per Guillaume Apollinaire: “in principio era il Verbo, la tenebra coprirà l’abisso e sulle acque prenderà a muoversi lo Spirito di Dio”. Strano davvero per uno che fu un “laico” duro! Ma…suscita tenerezza sorridente la monumentale tomba di Oscar Wilde: è ricoperta di baci e piena di biglietti amorosi a lui indirizzati. Perseguitato in vita, amato in morte!
Le parole che questi personaggi hanno detto, qui non sono più musica ed io ho desiderato con maggiore intensità di vederle ricordate da chi ancora deve amarle.
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