
Ho rinvenuto in un bar una cartella di cuoio. L’ ho aperta, certo di trovare una qualche indicazione relativa al proprietario. C’era. Apparteneva ad uno psicologo. Conteneva anche una cassetta registrata. Non ho resistito alla tentazione di ascoltarla. Per il suo contenuto interessante trascrivo alcune sue parti.
“Fin da bambino mi sono scoperto con la vocazione assolutamente altruistica cercando di regalarmi ai familiari e agli estranei il più possibile. Questo perché ho sempre avuto la convinzione di essere perfetto. Perdio, come sono perfetto! E’ tale questa mia consapevolezza che, quando mi faccio la barba, fisso lo specchio e lui abbassa lo sguardo! Poi esco per andare al Partito e qui lavoro moltissimo. Forse, dottore, sto scontando quanto non ho fatto prima a scuola e al lavoro.
Da ragazzino mi offrivo di aiutare mia madre. Poco però, perché lei mi diceva di non stancarmi mai troppo nel fare le cose. L’ ho presa alla lettera. Imparai precocemente a recitare la parte del figlio obbediente quanto basta, servizievole, disordinato. Il più bel ricordo dell’infanzia riguarda il mio primo giro in giostra: vissi l’emozione del volare.
Poi sono entrato nel Partito. Allora si chiamava in un modo, poi in un altro e poi un’altra ancora, ma io sono rimasto sempre lo stesso, Piero. Vincenzo ha subito capito che io ero un giovane eccezionale e divenne il mio sponsor-carismatico. Entrai nella Federazione Giovanile e lui, man mano che le settimane passavano, mi disegnava nuove prospettive politiche, mi dava suggerimenti di come mettere ordine ai miei pensieri politici dei quali facevo tesoro grazie alle mie capacità di apprendimento immediato. Per questo lui mi ha costantemente considerato un candidato automatico ed indiscutibile alla poltrona di segretario regionale. Mi diceva: “Io ti metto li, mi gioco la testa, tocca a te, così sto sicuro ….“
Da quell’ottimo animale politico che è, Vincenzo, vedendomi obbediente quanto basta, ha creato una serie di collegamenti in modo da farmi eleggere all’unanimità. Dopo di che mi detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra ricostruiremo il nostro Partito.” Mi emozionai e non nascondo che mi sentii un po’ come san Pietro! In effetti, mi furono consegnate le chiavi del feudo. A me toccava il compito di ampliarlo e difenderlo.
Quando mi sono seduto sulla poltrona di segretario regionale ho avuto la stessa sensazione provata il giorno del mio primo giro in giostra: volare! Da questa mia poltrona potevo ricevere il popolo di sinistra: antichi cavalli di razza dalla criniera ormai sfilacciata. Consiglieri regionali litigiosi e poco produttivi. Giovani desiderosi di un posto e a volte anche di un lavoro. Imprenditori per chiedere consigli sugli investimenti. Intellettuali delusi e prodighi di suggerimenti inattuabili. Segretari della coalizione con l’occhio sempre incollato ai buchi delle serrature politiche. Vecchi maratoneti del Partito carichi di allori appassiti.
Uno di questi ultimi mi ha regalato un portaritratti con dentro le fotografie di Marx e Lenin dicendomi: “Così riceverai da loro uno sguardo rinforzante nei momenti di gravi decisioni.” Siccome a me i santini non sono mai piaciuti (anche se su face book mi faccio vedere in pellegrinaggio al Sacro Monte di Viggiano), ho sostituito quelle immagini con una foto di Sabina Guzzanti nei panni del Berlusca. Per odiare l’originale.
Dopo la fusione a freddo con la Margherita, ho creato un superperfetto Pd allargato! Quindici ore di lavoro al giorno per dedicarmi ai nuovi venuti con la loro vecchia esperienza di cinquant’anni di potere e la pretesa di insegnarmi il senso dello Stato. A me! Per molti mesi mi sono costretto a far capire loro che dovevano annullarsi – oh scusi dottore, volevo dire ‘assimilarsi’- nel nuovo Partito. Qualcuno alla fine ha apposto resistenza e, siccome proclamava, come un crociato, ‘Dio è con noi!’, se ne è andato e ha fondato un partitino, affluente del grande fiume devastante l’Italia.
Sono entusiasta più che mai del mio operato, così come soddisfatto è anche il mio sponsor-carismatico e non solo lui. Tant’è che tutti in coro mi hanno detto “Devi andare alla Provincia come Presidente”. Li per li mi è sembrato che l’offerta fosse simile ad una scatola di cioccolatini avvelenati ma poi ho capito che l’invito era sincero perché ‘Ora’ essi hanno davvero a cuore ‘il Futuro’ di questo ente elefantiaco con poche competenze. In ordine a queste io promuoverò l’iniziativa “Una canna da pesca in ogni casa” affinché i lucani acquistino più serenità. Incrementerò la caccia per aumentare il consumo di carne a costi ridotti. Acquisterò nuovi pulmini scolastici per sostenere la FIAT. Promuoverò l’aggregazione dei comuni per creare reti di servizi. Come vede, dottore, continuo a regalarmi agli estranei. Sono sicuro che mi faranno vincere ed io proverò ancora l’emozione del volare. Ora vedo tutto ciò nel mio Futuro!”
Dio mio! Ci sono persone che hanno le radici nell’aria! Ho rintracciato il dottore psicologo e gli ho restituito la borsa.
17.05.2009
“Fin da bambino mi sono scoperto con la vocazione assolutamente altruistica cercando di regalarmi ai familiari e agli estranei il più possibile. Questo perché ho sempre avuto la convinzione di essere perfetto. Perdio, come sono perfetto! E’ tale questa mia consapevolezza che, quando mi faccio la barba, fisso lo specchio e lui abbassa lo sguardo! Poi esco per andare al Partito e qui lavoro moltissimo. Forse, dottore, sto scontando quanto non ho fatto prima a scuola e al lavoro.
Da ragazzino mi offrivo di aiutare mia madre. Poco però, perché lei mi diceva di non stancarmi mai troppo nel fare le cose. L’ ho presa alla lettera. Imparai precocemente a recitare la parte del figlio obbediente quanto basta, servizievole, disordinato. Il più bel ricordo dell’infanzia riguarda il mio primo giro in giostra: vissi l’emozione del volare.
Poi sono entrato nel Partito. Allora si chiamava in un modo, poi in un altro e poi un’altra ancora, ma io sono rimasto sempre lo stesso, Piero. Vincenzo ha subito capito che io ero un giovane eccezionale e divenne il mio sponsor-carismatico. Entrai nella Federazione Giovanile e lui, man mano che le settimane passavano, mi disegnava nuove prospettive politiche, mi dava suggerimenti di come mettere ordine ai miei pensieri politici dei quali facevo tesoro grazie alle mie capacità di apprendimento immediato. Per questo lui mi ha costantemente considerato un candidato automatico ed indiscutibile alla poltrona di segretario regionale. Mi diceva: “Io ti metto li, mi gioco la testa, tocca a te, così sto sicuro ….“
Da quell’ottimo animale politico che è, Vincenzo, vedendomi obbediente quanto basta, ha creato una serie di collegamenti in modo da farmi eleggere all’unanimità. Dopo di che mi detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra ricostruiremo il nostro Partito.” Mi emozionai e non nascondo che mi sentii un po’ come san Pietro! In effetti, mi furono consegnate le chiavi del feudo. A me toccava il compito di ampliarlo e difenderlo.
Quando mi sono seduto sulla poltrona di segretario regionale ho avuto la stessa sensazione provata il giorno del mio primo giro in giostra: volare! Da questa mia poltrona potevo ricevere il popolo di sinistra: antichi cavalli di razza dalla criniera ormai sfilacciata. Consiglieri regionali litigiosi e poco produttivi. Giovani desiderosi di un posto e a volte anche di un lavoro. Imprenditori per chiedere consigli sugli investimenti. Intellettuali delusi e prodighi di suggerimenti inattuabili. Segretari della coalizione con l’occhio sempre incollato ai buchi delle serrature politiche. Vecchi maratoneti del Partito carichi di allori appassiti.
Uno di questi ultimi mi ha regalato un portaritratti con dentro le fotografie di Marx e Lenin dicendomi: “Così riceverai da loro uno sguardo rinforzante nei momenti di gravi decisioni.” Siccome a me i santini non sono mai piaciuti (anche se su face book mi faccio vedere in pellegrinaggio al Sacro Monte di Viggiano), ho sostituito quelle immagini con una foto di Sabina Guzzanti nei panni del Berlusca. Per odiare l’originale.
Dopo la fusione a freddo con la Margherita, ho creato un superperfetto Pd allargato! Quindici ore di lavoro al giorno per dedicarmi ai nuovi venuti con la loro vecchia esperienza di cinquant’anni di potere e la pretesa di insegnarmi il senso dello Stato. A me! Per molti mesi mi sono costretto a far capire loro che dovevano annullarsi – oh scusi dottore, volevo dire ‘assimilarsi’- nel nuovo Partito. Qualcuno alla fine ha apposto resistenza e, siccome proclamava, come un crociato, ‘Dio è con noi!’, se ne è andato e ha fondato un partitino, affluente del grande fiume devastante l’Italia.
Sono entusiasta più che mai del mio operato, così come soddisfatto è anche il mio sponsor-carismatico e non solo lui. Tant’è che tutti in coro mi hanno detto “Devi andare alla Provincia come Presidente”. Li per li mi è sembrato che l’offerta fosse simile ad una scatola di cioccolatini avvelenati ma poi ho capito che l’invito era sincero perché ‘Ora’ essi hanno davvero a cuore ‘il Futuro’ di questo ente elefantiaco con poche competenze. In ordine a queste io promuoverò l’iniziativa “Una canna da pesca in ogni casa” affinché i lucani acquistino più serenità. Incrementerò la caccia per aumentare il consumo di carne a costi ridotti. Acquisterò nuovi pulmini scolastici per sostenere la FIAT. Promuoverò l’aggregazione dei comuni per creare reti di servizi. Come vede, dottore, continuo a regalarmi agli estranei. Sono sicuro che mi faranno vincere ed io proverò ancora l’emozione del volare. Ora vedo tutto ciò nel mio Futuro!”
Dio mio! Ci sono persone che hanno le radici nell’aria! Ho rintracciato il dottore psicologo e gli ho restituito la borsa.
17.05.2009
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