
E voilà, un’introduzione solenne! “La stoltezza, l’errore, il peccato, l’avarizia / occupano i nostri spiriti e tormentano i nostri corpi, / e noi alimentiamo gli amabili rimorsi / come i mendicanti nutrono i loro insetti. / I nostri peccati sono caparbi, fiacchi i nostri pentimenti; / ci facciamo pagare lautamente le nostre confessioni, / e torniamo lieti sul sentiero di fango, / credendo che vili lacrime lavino ogni nostra colpa.” Così iniziano i celeberrimi “I Fiori del male” di Baudelaire. Essi possono creare disorientamento. Ma è disorientamento, poi? Forse ci sarebbe da discutere. Certo è che lasciano perplessi, soprattutto se rapportati a certi comportamenti, come, ad esempio, quelli connessi all’eccesso di potere. E’ vero che eccedere è una virtù dei giovani che muta rapidamente in vizio col passare degli anni, ma… Questo vizio ha mostrato di averlo anche l’assessore alla viabilità, mobilità, protezione civile, ricostruzione del Comune di Potenza. Basta un caso per farci capire quanto piacere egli goda nell’eccedere. Il fatto.
Di fronte la chiesa di Santa Maria c’è un bar con una piazzetta antistante. Essa è stata rifatta. Ad occhio è forse di 140-150 mq. Il cuore di cittadino contribuente si rallegra. Ma si rabbuia appena sa che sono stati spesi 70.000 euro! Certo, sono state realizzate copertine in pietra, muretti in blocco monolitico di pietra, cordoli e rifiniture lapidee variamente modellate (mi spiace non essere architetto per decantare i lavori con maggior particolari), ma è anche vero che la spesa sostenuta risulta essere eccessiva. A qualche amico del Comune ho chiesto di farmi vedere il progetto. Non c’è stato! C’è però la planimetria, le foto di com’ era prima la pavimentazione, il quadro economico, il computo metrico di massima, che però non fa capire i riferimenti applicativi delle varie categorie di lavori. Se la memoria non m’inganna, la Legge Merloni (1994) non prevede forse che le amministrazioni locali, quando decidono di fare dei lavori, debbono - non possono, ma debbono - elaborare un progetto ben definito, il quale “deve” essere al centro dell’intero processo di realizzazione dell’intervento ipotizzato? E ancora, quella Legge non prevede che la congruità della spesa debba essere valutata e relazionata dal RUP (Responsabile Unico del Procedimento, persona che fa da interfaccia tra l’amministrazione e i lavori) ?
Tralascio altre considerazioni di carattere tecnico-amministrativo allegramente baipassate dall’ assessore. Mi chiedo però come mai il costo finale dell’opera collimi perfettamente con un computo metrico di massima? E’ raro che ciò avvenga. Per questo aggirare la legge sicuramente non vi saranno “amabili rimorsi”!
Ma ciò è poco se rapportato ad un altro fatto – grave? –: la particella catastale n. 646, corrispondente a quella piazzola, non appartiene al Comune bensì ad una signora privata. Lo afferma anche l’assessore in una lettera al Sindaco (10.03.09): “…si tenga conto che la particella 646 …risulta di proprietà privata ad uso pubblico, di conseguenza è fatto obbligo all’ Amministrazione comunale eliminare ogni pericolo”. Sarà perché amo peccare in modo caparbio, ma mi domando: esiste forse una qualche intesa tra il Comune e la proprietaria tale da giustificare l’intervento effettuato? Esiste forse un atto d’esproprio? Insomma, esiste un qualche atto legale che possa giustificare un intervento di 70.000 euro – soldi pubblici - per rifare un manufatto di proprietà privata? Alla quale ora andranno tutti i vantaggi economici e commerciali derivanti.
L'atto compiuto dall’assessore multicompetente può creare disorientamento? Ma è disorientamento, poi? Sicuramente è rabbia, la nostra rabbia, impotente. Da qualunquista lasciatemi allora malignare questo: forse il “favore” è stato fatto in prossimità delle elezioni? Troppo ci costa! Oppure è stato fatto per l’esistenza di un qualche legame parentale? (non va dimenticato che la teoria del familismo amorale è stata elaborata in Basilicata!). Non credo tuttavia che questo eccedere del comportamento dell’assessore susciterà in lui “lacrime che lavino ogni sua colpa”. Sarebbero lacrime vili (per citare Baudelaire). Possibile che non ci sia proprio nessuno a frenare gli eccessi assessorili? O tutto è connivenza?
Non così egli si è comportato per la pavimentazione di un altra “proprietà privata ad uso pubblico”. Il fatto. C’è una piazzetta in via Mazzini, al numero civico 69. Qui il criterio adottato potrebbe essere accettabile. Durante i lavori di riqualificazione dei marciapiedi di tale via, i condomini del palazzo hanno chiesto all’assessore di ripavimentare anche lo loro piazzetta. L’assessore ha detto no, giustamente, ma ha aggiunto: vi pavimento solo un metro lineare, il resto ve lo pagate voi. I condomini hanno accettato e pagato alla società edile, 27.803, 49 euro. E’ bello sapere che non ci sono soltanto fiori del male…edilizio!
Di fronte la chiesa di Santa Maria c’è un bar con una piazzetta antistante. Essa è stata rifatta. Ad occhio è forse di 140-150 mq. Il cuore di cittadino contribuente si rallegra. Ma si rabbuia appena sa che sono stati spesi 70.000 euro! Certo, sono state realizzate copertine in pietra, muretti in blocco monolitico di pietra, cordoli e rifiniture lapidee variamente modellate (mi spiace non essere architetto per decantare i lavori con maggior particolari), ma è anche vero che la spesa sostenuta risulta essere eccessiva. A qualche amico del Comune ho chiesto di farmi vedere il progetto. Non c’è stato! C’è però la planimetria, le foto di com’ era prima la pavimentazione, il quadro economico, il computo metrico di massima, che però non fa capire i riferimenti applicativi delle varie categorie di lavori. Se la memoria non m’inganna, la Legge Merloni (1994) non prevede forse che le amministrazioni locali, quando decidono di fare dei lavori, debbono - non possono, ma debbono - elaborare un progetto ben definito, il quale “deve” essere al centro dell’intero processo di realizzazione dell’intervento ipotizzato? E ancora, quella Legge non prevede che la congruità della spesa debba essere valutata e relazionata dal RUP (Responsabile Unico del Procedimento, persona che fa da interfaccia tra l’amministrazione e i lavori) ?
Tralascio altre considerazioni di carattere tecnico-amministrativo allegramente baipassate dall’ assessore. Mi chiedo però come mai il costo finale dell’opera collimi perfettamente con un computo metrico di massima? E’ raro che ciò avvenga. Per questo aggirare la legge sicuramente non vi saranno “amabili rimorsi”!
Ma ciò è poco se rapportato ad un altro fatto – grave? –: la particella catastale n. 646, corrispondente a quella piazzola, non appartiene al Comune bensì ad una signora privata. Lo afferma anche l’assessore in una lettera al Sindaco (10.03.09): “…si tenga conto che la particella 646 …risulta di proprietà privata ad uso pubblico, di conseguenza è fatto obbligo all’ Amministrazione comunale eliminare ogni pericolo”. Sarà perché amo peccare in modo caparbio, ma mi domando: esiste forse una qualche intesa tra il Comune e la proprietaria tale da giustificare l’intervento effettuato? Esiste forse un atto d’esproprio? Insomma, esiste un qualche atto legale che possa giustificare un intervento di 70.000 euro – soldi pubblici - per rifare un manufatto di proprietà privata? Alla quale ora andranno tutti i vantaggi economici e commerciali derivanti.
L'atto compiuto dall’assessore multicompetente può creare disorientamento? Ma è disorientamento, poi? Sicuramente è rabbia, la nostra rabbia, impotente. Da qualunquista lasciatemi allora malignare questo: forse il “favore” è stato fatto in prossimità delle elezioni? Troppo ci costa! Oppure è stato fatto per l’esistenza di un qualche legame parentale? (non va dimenticato che la teoria del familismo amorale è stata elaborata in Basilicata!). Non credo tuttavia che questo eccedere del comportamento dell’assessore susciterà in lui “lacrime che lavino ogni sua colpa”. Sarebbero lacrime vili (per citare Baudelaire). Possibile che non ci sia proprio nessuno a frenare gli eccessi assessorili? O tutto è connivenza?
Non così egli si è comportato per la pavimentazione di un altra “proprietà privata ad uso pubblico”. Il fatto. C’è una piazzetta in via Mazzini, al numero civico 69. Qui il criterio adottato potrebbe essere accettabile. Durante i lavori di riqualificazione dei marciapiedi di tale via, i condomini del palazzo hanno chiesto all’assessore di ripavimentare anche lo loro piazzetta. L’assessore ha detto no, giustamente, ma ha aggiunto: vi pavimento solo un metro lineare, il resto ve lo pagate voi. I condomini hanno accettato e pagato alla società edile, 27.803, 49 euro. E’ bello sapere che non ci sono soltanto fiori del male…edilizio!
1 commento:
Come il vizioso in rovina che assapora/
il seno martoriato di un'antica puttana/
arraffiamo al passaggio piaceri clandestini/
e li spremiamo come vecchie arance.
è la noia - Occhio greve d'un pianto involontario/
fuma la pipa, sogna impiccagioni...
Lo conosci lettore, quel mostro delicato/
-ipocrita lettore- mio simile, fratello.
mi sembrava giusto inserire queste due strofe .Grazie Baudelaire.
La nostra regione sta morendo, muore per queste cose. Non credo che in Basilicata ci sia Mafia, c'è qualcosa di peggio c'è una tradizione di clientelismo unica e raffinata, ne facciamo tutti parte.E quando qualcuno si ribella , è un pazzo ed indossa quella maschera pirandelliana di uno, nessuno e centomila .
per continuare alla Baudelaire
La nostra regione è un tramonto romantico .
Ma inseguo invano un Dio che si ritira /
già nera, abbrividente, disastrosa la Notte/
stabilisce il suo impero irresistibile /
oscilla nelle tenebre un odore di tomba/
e il piede urta pauroso sull'orlo dello stagno
rospi imprevisti e gelide lumache
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