domenica 3 maggio 2009

LA MANO INVISIBILE


C’è stato il primo maggio. Ci sono state le sfilate sindacali. C’è stato il fiume della retorica. C’è stato il concertone a piazza San Giovanni. Che vuoi di più dalla vita? Il lavoro! C’è chi ha dislocato in Cina la produzione facendo affari d’oro ma in Basilicata chiude. C’è chi dalla Cina vuol comprare in Basilicata ma a prezzi stracciati. C’è chi dice di voler salvare la propria azienda dal fallimento per avere più soldi pubblici. Che vuoi di più dalla vita? La serietà! C’è chi è in cassa integrazione e ha acceso un cero a sant’Antonio perché non segua il licenziamento. C’è chi va alla Charitas diocesana o dai Salesiani con tristezza nel cuore. C’è che si sveglia di notte preoccupato del mutuo bancario. Che vuoi di più dalla vita? La certezza! C’è un esercito di giovani assunti alle nuove scale mobili. C’è alla Regione e alla Provincia concorso dietro concorso simili al gioco dell’oca dove molte caselle già sono occultamente occupate. C’è un fare di lavori pubblici con ditte amiche. Che vuoi di più dalla vita? Poco, soltanto una raccomandazione.
Su questo “poco” ho chiesto ai miei studenti: quanti di voi una volta laureati non andranno a chiedere una raccomandazione? Su duecento hanno alzato la mano in dodici. C’è da sorprendersi? No. Sulle pagine di questo giornale qualche settimana fa vari studenti del liceo scientifico, interrogati da una loro collega su chi avrebbero votato alla prossime elezioni, hanno risposto: a tizio che ha fatto entrare mio fratello all’ospedale come portantino; a caio che ha fatto un favore a mio padre. Altri studenti hanno dato risposte ancor più sconsolanti arrivando perfino a chiedere “che elezioni ci sono?” C’è da sorprendersi? No.
Ho assistito in Basilicata a ventidue “dies academicus” (=giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico) in cui puntualmente il rappresentante degli studenti ha preso la parola per avanzare le richieste della comunità studentesca, le quali sono sempre finite con una forte affermazione: “Noi giovani vogliamo essere protagonisti della vita qui, nella nostra terra”. Applausi dalle numerose autorità regionali presenti. Inganni immobilismo delusioni assistenzialismo da parte di quelle stesse autorità ed emigrazione di molti di quei giovani. C’è da sorprendersi? No.
Uno studente vecchio stile sessantottino (sono sempre ancora una speranza!) mi fa rilevare: “prof. se in Basilicata salta la raccomandazione salta la regione. Lei s’immagina cosa succederebbe se
non ci fosse? Significherebbe cancellare questi nostri politici che amministrano in funzione della raccomandazione con la quale non gestiscono soltanto le situazioni ma anche le persone. Le-per-so-ne! L’ha fatto per cinquant’anni Colombo, lo fanno questi, di qualsiasi colore. La raccomandazione è strutturale! Lei la chiama elegantemente “ombrello politico”, ma la sostanza non cambia. Spesso ci ha ripetuto che dobbiamo salvaguardare la nostra dignità, ma qui la dignità è argomento di cattedra e di pulpito, senza offesa. Lei vedrà tra un po’ quanti giovani formeranno i codazzi dei vari candidati alle prossime elezioni. Lo faranno con la speranza di ricevere “dopo” una qualche raccomandazione. Io e alcuni miei colleghi abbiamo letto Walpole che ci ha segnalato…”
Ho cominciato a leggere i primi programmi politici per le prossime elezioni comunali qui a Potenza. Eh!… Adam Smith nella sua opera “La ricchezza delle nazioni” introdusse il concetto di “mano invisibile” secondo cui un commerciante ha come fine primario il proprio guadagno e, indirettamente, il benessere della comunità come fine secondario. Quest’ultimo serve a giustificare [mascherare] l’eccessivo interesse personale che il commerciante può avere per se. Aggiunge Smith: “Egli mira solamente al proprio vantaggio e, in questo come in altri casi, viene spinto da una consapevolezza a realizzare lo scopo, che è sempre nelle sue intenzioni adempiere e regolare con la prudenza a non manifestarlo”. Quindi, secondo l’economista scozzese, è l’interesse personale a rappresentare la “mano invisibile” che tutto afferra e tutto giustifica con l’alibi dell’agire per il bene comune.
Lo stesso concetto ritorna nel primo romanzo dell’orrore, contemporaneo di Smith (per caso?), “Il castello di Otranto” di Walpole. In esso l’azione della mano invisibile dei personaggi dalle nobili intenzioni pubbliche porta a compiere delitti che vorrebbero restare irrisolti e quindi occulti, punisce gli idealisti (o meglio, gli onesti) che vorrebbero contrapporsi ad essa. Tutto però finisce in una catastrofe catartica!
Oltre a Smith mi è venuto in mente anche Walpole quando ho letto queste prime proposte politiche (non le chiamo “princìpi” perché non hanno né la dignità né la misura) che cominciano a circolare per le prossime elezioni comunali. Facendo una lettura comparata, esse appaiono reciprocamente collegate tra loro dai nobili intenti di dare un volto nuovo al futuro della città, ma, ad una pur sommaria analisi delle scelte lessicali, ti rendi conto che il filo rosso che unisce tali proposte è rappresentato dalla sottesa realizzazione dei fini individuali dei candidati (circa 700!). Che vuoi di più dalla vita? Forse la catarsi alla Walpole…..
03.05.2009

1 commento:

Melquíades ha detto...

E' quella mano invisibile che costringe gli esiliati giovani lucani alla morte. Si è giovani , diceva qualcuno tra le onde della campagna elettorale studentesca, perché si è capaci di protagonismo, quello vero . Tutti ne parlano ma risolvono il dilemma onirico con la semplice individuazione di quattro fantocci ventenni nelle liste. E poi.... il nulla; la prostituzione delle idee, una cannetta e un bicchiere di prosecco preso magari con un presidente di regione. Il silenzio politico,sociale e antropologico invade i nostri paesi, paesi lucani, paesi sporchi di sangue di quei giovani che probabilmente non si sono adattati al sistema ma in modo quasi poetico restano adulati dalla droga e poi affascinati dalla morte. Per le donne, quelle giovani , promiscue e dal ventre sprecone , la mano del potere , non invisibile , interpreterà le gradevoli gambe già troppo roventi e schiave o di fame o di gloria. Le responsabilità hanno nome e cognome, le amministrazioni comunali, provinciali e regionali si sono dimostrate come scrive Kundera, " bambini viziati senza fratelli che giocano con il mondo ".Sarò forse un sognatore , un romantico della politica ma io credo nel cambiamento, credo nel protagonismo, perché della nostra passività giovanile sarà duro il giudizio della storia. E che mi perdoni Smith, alla ricchezza bisogna preferire la Bellezza , quel sistema è già fallito troppe volte.