domenica 26 aprile 2009

PECCATI CONTRO NATURA


A Palazzo San Gervasio, nel Piazzale D’Errico, hanno tagliato degli alberi. Erano in sito da cinquant’anni. Di recente e stata effettuata la nuova pavimentazione del piazzale. Sono stati lasciati i pozzetti di delimitazione intorno agli alberi. In essi ci sono i tronconi. Rimarranno li a memoria degli alberi? O forse mantengono il posto per le nuove piante? Se così sarà, bisognerà divellere le radici dei vecchi alberi con conseguenti danni alla pavimentazione, tanto da richiedere un suo rifacimento.
Prima domanda: se gli alberi erano malati perché non sono stati abbattuti prima del rifacimento della piazza? Risposta (maliziosa): perché sradicandoli “dopo” si potrà avere la possibilità di rifare la predetta pavimentazione con relativo contributo per le prossime elezioni da parte della ditta appaltatrice.
Seconda domanda: perché i Verdi locali e quegl’altri che ci ammorbano col loro presunto pollice verde, al primo rumore della sega elettrica in piazza non hanno fermato lo scempio, magari con un sit-in o chiamando subito il sindaco? Risposta (maliziosa): forse perché anch’essi siedono alla mensa dell’evangelico ricco Epulone della politica locale, il quale considera i cittadini dei poveri Lazzari da saziare con briciole di promesse retoriche accompagnate da proclami antigovernativi dallo sperato effetto narcotizzante e lasciare quei Lazzari leccarsi da soli le ferite di una rabbia impotente.
Terza domanda: quanto è stato male-fatto in quel Piazzale può essere considerato un reato ambientale? Non sono avvocato ma un semplice qualunquista e come tale mi pongo una domanda: se può essere configurato tale reato, e ripeto “se”, perché qualche magistrato non fa un accertamento delle responsabilità? Non credo che ciò gli procurerebbe un trasferimento per incompatibilità ambientale. Almeno gli alberi non danno grane del genere. Semmai “incompatibile con l’ambiente” è colui che ha ordinato quell’abbattimento. Se non può il magistrato, lo facciano almeno i cittadini alle prossime elezioni. Diversamente stiano zitti per sempre.
Sicuramente esiste da qualche parte un’ordinanza per l’abbattimento di tali alberi. La facciano pervenire a questo giornale per far conoscere a tutti le motivazioni. Le quali potranno essere di carattere scientifico, nel senso che un botanico può avere riscontrato una malattia (vera o presunta?) nelle piante. Potranno essere di carattere pratico, perché gli uccelli canterini, frequentatori di quei rami, sporcavano la pavimentazione Se succedeva questo, bastava far passare tutte le mattine un operatore ecologico con una pompa d’acqua a pulire il pavimento. Potranno essere di carattere urbanistico, perché incompatibili con l’estetica della piazza. O di carattere politico, perché… Non mi riesce di focalizzare una motivazione.
Nel caso di malattia delle piante, d’uccelli sporcaccioni o d’improvvisa sensibilità estetica, mi domando: come mai ci si è accorti soltanto “dopo” aver fatto la pavimentazione? C’è qualcosa che non funziona in tutto il discorso. Ne parlavo con un consigliere regionale al bar. Sorseggiando il caffè mi ha risposto: “In Basilicata succedono cose peggiori sull’ambiente e tu perdi tempo per un po’ di alberi tagliati!” E ha aggiunto con ironia: “Tu vedi che a Potenza il sindaco paga un architetto di fama per far mettere gli alberi in piazza e altrove c’è chi paga una sega elettrica per fare il contrario. Tanto sa non sarà punito. E’ la democrazia!” Considerazioni ciniche di un politico da me sentito, in altra circostanza, esaltare la bellezza dei borghi lucani, unici per il rispetto che hanno della natura e bla bla bla!….
Per me, in mancanza di elementi giustificatori, il taglio è qualcosa di allucinante. Forse da quelle parti compiere atti allucinanti è di ordine corrente: penso all’annuale sfruttamento della mano d’opera straniera consumato nel silenzio dei sindacati, della chiesa locale, degli amministratori, della polizia, che compie incursioni pro-forma nei campi di pomodori. E a dire che le leggi ci sono. Mi nasce un sospetto, sicuramente infondato: ma non è, per caso, che nell’ambiente si subiscono influenze di corone, più o meno unite? Se fossi cattolico io la sacra corona la userei soltanto per dire il rosario. Mi salverei l’anima ma scapito della pinguedine della tasca…
Intanto mi consolo pensando che secondo Darwin l’albero è comparso sulla terra 350 milioni di anni fa e da allora ha avuto a che fare con ogni tipo di avversità: eruzioni vulcaniche, incendi, terremoti, inondazioni, glaciazioni e…abbattimenti. Eppure intorno all’albero è nata una rete di relazioni funzionali fra i componenti del sistema vivente – uomini ed animali – e che l’uomo, animale simbolico, ha legato all’albero le fondamenta della sua civiltà (pensiamo soltanto all’albero dell’Eden, o a quello di Budda, per esempio), la quale lo ha inequivocabilmente distinto dagli altri esseri che vivevano con lui nell’ambiente selvatico. Questo però è successo in passato…
26.04.09

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