martedì 24 febbraio 2009

IL FARAONE E IL GATTO DI DARWIN


“L’Evoluzione della specie”. E’ il titolo del libro uscito il 24 novembre 1859. E fu la rivoluzione del sapere universale! In questi giorni si celebra il bicentenario della nascita del suo autore, Charles Darwin. Nel testo si legge, tra l’altro, che egli dedicò anni a studiare l’addomesticamento degli animali e concluse che essi sono stati scelti dall’uomo non per la legge del più forte ma sulla base del vantaggio economico che potevano apportare a lui,uomo, desideroso di dominare sul territorio. Piegò, pertanto, alla sua volere bovini, suini, asini, cavalli, cani, colombi, ecc.. C’erano anche i gatti. Alcune specie preferono rimanere selvatiche e ancora oggi c’è “il gatto scarlatto-arancione-verde dalla pelle di rettile con zanne al veleno, gatti moffetta con uno spruzzo mortale che uccide nel giro di secondi come artigli nel cuore e gatti con artigli velenosi che schizzano il veleno da una grossa ghiandola posta al centro della zampa” (Burroughs).
La maggioranza dei gatti però si lasciò addomesticare. Dagli Egizi di 4000 anni fa. Questi lo fecero per esigenze economiche: immagazzinavano tanto di quel grano da avere bisogno di chi lo difendesse dai roditori. Presto il gatto capì che se il padrone sfruttava lui, lui poteva sfruttare il padrone. D’altronde la vita selvatica era troppo rischiosa. Meglio diventare gatto di palazzo (di qualsiasi palazzo, perché là dove c’è palazzo c’è potere), o di casa (cui l’uomo torna sempre a sera). Cosicché imparò da solo a fare le fusa, a spingere col muso, a strofinarsi, a rotolarsi sulla schiena per richiamare l’attenzione su di sé. L’uomo ne rimase affascinato e spaventato insieme. Tale è egli ancora perché il gatto ha dentro di sé lo spirito della notte del pipistrello. Ha l’udito del calagòne per localizzare subito la preda. Ha la furbizia di una volpe del deserto. Ha miagolii simili a gemiti sofferenti ma che vogliono essere messaggi d’amore.
Il gatto è stato però subito chiaro con l’uomo: non sarebbe mai divenato una sentinella. Questo è compito del cane. Lui, il gatto, “non offre servigi. Offre se stesso. Naturalmente vuole cura e un tetto. Non si compra l’amore per niente”. L’uomo lo trastulla finché si trastulla egli stesso. Lo cura finché gli fa comodo. Questo il gatto lo sa: perciò non è mai fedele all’uomo [il cane lo è perché considera l’uomo il suo dio e non diventa mai ateo e quindi non si ribella; il gatto invece è ateo. Si dice che è traditore, ma per tradire bisogna prima credere in ciò che si vuole tradire, e il gatto non crede nell’uomo, quindi non lo tradisce]. Sfrutta nel modo più immediato le promesse di lui. Entrambi sanno che “ogni rapporto si basa sullo scambio e ogni favore ha un suo prezzo”. Certo, il padrone ha sempre la meglio perché offre il cibo.
Che strani pensieri sono questi che mi assalgono proprio mentre sto per entrare nel Palazzo della Giunta Regionale! Non mi sorprendo però: questo è l’anno darwiniano ed è consentito alla mente riscaldarsi alla fiamma dell’evoluzionismo. Certo, tu varchi la soglia e capisci che nella vita ti spetta il ruolo di Pagatore del cibo a queste creature che quotidianamente lo abitano. Creature per metà gatti e per metà dirigenti. Forse quest’ibrido è il risultato di un’evoluzione non prevista dal laboratorio mentale di Federico II (1194-1250), creatore di questa nuovo essere della specie vivente: il Burocrate. Darwin in persona non ne sarebbe contento. Federico, invece, si: pur senza conoscere l’evoluzionismo, egli conosceva molto bene le regole dell’addomesticamento dei funzionari. Perciò i pensieri che ho fatto finora non sono estranei alla natura degli abitatori del Palazzo.
Nei suoi corridoi incrocio alcuni gatti: negli artigli recano pratiche urgenti da far evadere entro tre mesi. Questa burocratica certezza è impressa sui loro volti di pedina. Vedo porte chiuse dietro cui miagolano come gatti muffetta. Porte semiaperte oltre cui stanno computer accesi con schermate di assolati paesaggi o di topolini inermi o di you tube di gattine o altro ancora. Porte aperte su stanze vuote. Su una di esse c’è la targhetta Dott…. – Primo Dirigente Gatto Pallòcrate” Filologicamente è un termine che qui indica un gattone di una certa autorità ancorata ad una mentalità non al passo coi tempi, capace di tormentare il cittadino con norme e regolamenti noiosi e spesso incomprensibili. Passo oltre. Altre targhette brillano su altre porte! In prossimità del Gabinetto del Presidente c’è una su cui è scritto: “Ufficio del Pigolare - Dott…. Primo Gatto Digerente”. Che bella idea istituire un ufficio per lucani pigolòni (persone che ripetono incessantemente le cose con voce lamentosa perché d’abitudine piagnucolosi , per finta, per chiedere aiuti e aiutini al Padrone).
Passo per il corridoio di un ufficio particolare, cuore del Palazzo. Mando un messaggino mentale a Darwin: qui i gatti hanno tutto uno splendore di peli, pardon, di abiti e profumi, i loro volti esaltano l’ingordigia del sapere fascinoso dei codici, i loro sguardi compiaciuti inseguono i sinuosi codicilli, il loro miagolare armonioso si ripete ad eco in labirinti esaltanti di parole miagolate. Parole. Questi gatti-dirigenti, al massimo grado della loro evoluzione (io credo), elaborano i Regolamenti regionali! Già, elaborano i Regolamenti. I cittadini meno evoluti li considerano come quella ghiandola posta al centro di una zampa (per i poveri cristi, ovviamente!).
Sempre Darwin insegna che da incroci e tentativi migliorativi è derivato il gatto bianco. Egli ha una posizione da faraone nel Palazzo. “Il gatto bianco simboleggia la luna argentea che scruta negli angoli e prepara lindo il cielo per il giorno a venire. Il gatto bianco è il “pulitore” o “l’animale che pulisce” ciò che gli sta intorno, definito dalla parola sanscrita ‘Marjara’, che significa anche “il cacciatore che segue la pista; l’indagatore; l’esattore del dovuto perché lui è il gatto bianco”. Il suo sentiero è illuminato dalla luna argentea che riflette i propri raggi nelle monete segnandone il cammino.” Un gatto pieno di privilegi dunque!
Ho il sospetto che il grande inglese quando ragionò su questo incrocio pensò a quale politico… Darwin illuminami tu: quando si compirà l’evoluzione di questa specie? Anche nel Palazzo?
22.02.2009

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