17.08.08
E’ la settimana di ferragosto. Siamo tutti turisti da qualche parte. E’ d’obbligo. Ci piacciono questi giorni perché i rapporti umani assumono un aspetto fluido, instabile, capriccioso. Permettiamoci allora, per obbligo, pensieri leggeri.
Chi sa, ad esempio, che la parola “touristy” è stata inventata nel 1925 da Lawrence, l’autore del libro, a lungo scandaloso, “L’amante di Lady Chetterly”? E prima come veniva chiamato chi andava in vacanza? Villeggiante (sulle sue smanie Goldoni ha scritto una parodistica commedia). Vacanziere (su di lui Zavattini, Fellini, Flaiano hanno disegnato vignette satiriche e motteggiato con deliziosa ferocia). I villeggianti, i bagnanti, gli ospiti termali, i vacanzieri erano tuttavia in pochi perché le ferie non erano ancora diventate costume sociale, almeno in Italia. In Francia già da fine Ottocento era ripresa la “civiltà dell’ebreo errante”, come la definì il quotidiano “Le Monde”. Intanto cominciarono a prendere piede i nuovi feticci: l’agenzia viaggi (per vendere pezzetti di paradiso in terra); la pubblicità turistica (specchi per le allodole); i club turistici (per rendere lo svago socialmente obbligatorio); i riti della spiaggia (sempre futili); la pesca subaquea (per la ricerca di ancestrali mostri marini); i festival musicali (per la conferma dell’evasione).
Tutti sapevano che l’uomo aveva sempre viaggiato non per piacere ma per necessità e mai da solo: migrazioni, pellegrinaggi, esodi, guerre, deportazioni, pogrom. Andare in vacanza era pertanto roba da ricchi, nobili, alti borghesi! Per il popolo c’erano gli itinerari della Fede verso i santuari.
Nel 1930 Hitler, Mussolini, Francia ed Inghilterra sentirono la necessità politica di creare i primi “Assessorati al tempo libero”. I quali fecero nascere subito i famosi “Viaggi Operai”. In verità l’idea non era originale. La copiarono dai preti che, nel 1920, avevano creato i Gruppi di Viaggio per Lourdes e santuari affini, collegandoli ad un’ efficace rete di alberghi a prezzi popolari. Anche i preti però avevano “copiato”. L’idea era stata degli antichi Ebrei, primi al mondo ad inventare gli alberghi a pagamento e a prezzo scontato per i gruppi, le locande e il tiket per il pedaggio delle piste verso altri paesi. Se quel modello era stato poi copiato dai Romani e da Napoleone, perché non poteva adottarlo anche Santa Romana Chiesa per l’edificazione delle anime? E chi penserebbe mai che un grande edificatore di coscienze, quale fu Blaise Pascal, elaborò per il suo re un sistema di trasporti pubblici urbano ed extraurbano, primo nella storia, utile a far viaggiare velocemente i cittadini di Parigi? Le vie del Signore sono infinite!
Tornando agli assessori di Hitler & C., essi concepirono anche i “Viaggi a forfait” per gli impiegati pubblici, i “Viaggi a credito” per i vanitosi (1937); le Rambles’ Association per quelli che amavano viaggiare a piedi, i Bachelors’ Travel Club (associazioni dei celibi itineranti), vietate da Mussolini che i celibi li tassava. Costruirono stabilimenti balneari suddivisi per categorie sociali, sanzionarono prescrizioni. Fu vietato ogni tipo di massaggio sulle spiagge (oh Gesù! : un divieto degli anni Trenta ripristinato in questi giorni!). Una paradosso ameno: Stalin nel 1929 creò l’Intourist, agenzia di Stato per lo scambio turistico, proprio in quel suo grande paese in cui vietava ai cittadini di viaggiare!
Col il consumismo entrano nella cultura le “Vacanze alla carta”: per politici arrivati e per quelli ancora a piedi, per sindacalisti in e out; per uomini di affari e di malaffare;per famiglie con bambini piagnucolosi; per giovani da ostelli o, se in vena di trasgressione, da isola greca o da località dallo sballo facile. Per ultimo sono arrivati gli Itinerari del Gusto utili all’ingozzamento generale!
Nel periodo estivo , la nostra vita ormai collettiva, la molteplicità dei ceti sociali senza punti d’appoggio vanno viste nell’angolatura della valigia. Questa è diventata la testimone preziosa del nuovo spazio da attraversare. Segna il momento decisivo della partenza. Cosa c’è di più delizioso? Di più trepidante? (parliamo di vacanze non di emigrazione) : è come in amore dove nulla vale quanto gli inizi. E la partenza è un inizio. Che importa se passeremo molto tempo intruppati sull’autostrada? E’ la nostra storia: da uomini delle caverne siamo passati a uomini delle carovane. Ma…ricordo ancora un cartello visto negli anni Ottanta all’ingresso di un paesello balneare della Normandia: “Si assicura una solitudine collettiva”.
Angelo Lucano Larotonda
P.S. n. 1: Un certo Cosma, cosmografo d’Egitto, nel VI secolo attraversò l’Asia. Quando rientrò nel proprio paese, disgustato, si fece monaco. Non è pensabile chiedere agli autisti d’oggi di fare la stessa cosa, anche se ciò risolverebbe la crisi delle vocazioni, ma sarebbe bello se facessero almeno qualche riflessione responsabile (un tempo si chiamava esame di coscienza).
P.S. n. 2 - La vacanza è stata sempre considerata un viaggio, una fuga, un rifugio. Si tratta di essere lontani da… Gli Svedesi lontano dalle brume, gli Inglesi dalle piogge, gli Americani dal perbenismo puritano. I mariti lontano da mogli isteriche; i figli da madri tiranniche, lontano perfino dalle amanti gelose;. E i Potentini? In molti non amano fuggire dalla fissità e si rifugiano tutt’insieme a Maratea. Meravigliosa forza unificante dei riti tribali!
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