EMOZIONI - Ho ricevuto una telefonata brevissima, poco prima di sedermi a tavola ieri sera. Era un amico conosciuto qualche anno fa alla presentazione di un libro, a Roma, e ci siamo scoperti di interessi culturali affini. Adesso vive in Toscana con la sua famiglia. Voleva soltanto dirmi – la sua voce era quella di un motore potente inceppato – che suo figlio, cinquant’anni, è in ospedale, intubato. Il Covid gli ha preso entrambi i polmoni.
Aveva sentito il bisogno di dirlo a me. Non c’era granché da commentare. Gli ho detto “ti voglio bene” e poi lui ha chiuso. Mi è rimasto un nodo alla gola. Non lo conosco personalmente, suo figlio.
Gli affetti degli altri spesso diventano i nostri affetti.

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