SCRIVE CICERONE: “Si dice che Sofocle fu citato in giudizio dai
figli affinché i giudici lo
allontanassero, come se fosse un rimbambito, dal patrimonio domestico. Allora
si narra che il Vecchio recitasse davanti ai giudici quella tragedia che aveva tra le mani e che da poco aveva composto, l’”Edipo a
Colono”, e chiedesse poi ad essi se quella
tragedia sembrava opera di un
rimbambito. Dopo averla declamata fu prosciolto dall’ accusa.”
Non tutti noi “senili” siamo come Sofocle, è ovvio, così come non
tutti siamo “tromboni prezzolati”. Quando c’è applicazione ed operosità, le
capacità intellettuali rimangono vive anche nei “senili”.
Nei miei anni d’insegnamento all’Università, durante l’elaborazione
delle tesi di laurea era più facile dialogare con uno studente “testardo” che
con uno PRESUNTUOSO perché quest’ultimo credeva di possedere il carisma dell’INFALLIBILITA
‘, una delle madri dell’INTOLLERANZA.
E ho tenuto presente un insegnamento ricevuto in seconda media
dal Preside Enzo CERVELLINO, mitico e dalla sensibilità straordinaria. Entrò in
aula il primo giorno di scuola per salutarci e farci alcune raccomandazioni,
tra cui “RISPETTATE sempre i vostri compagni, anche quando litigate.” L’ho
messa nel mio bagaglio culturale e l’ho ripetuta anche ai miei studenti
universitari…
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