venerdì 5 luglio 2019

MENO CALDO, CALDO, PIU' CALDO




E’ stato di luglio. Sempre di luglio:
ricordo il caldo torrido di Leningrado (San Pietroburgo) e le donne grasse con un non immacolato camice bianco a vendere in ogni angolo di strada gelati fatti in casa.
Ricordo il caldo umidissimo di Pechino e le giovani cinesi con cestelli a vendere acqua minerale, discrete, negli angoli appartati della Grande Muraglia.
Ricordo il caldo umido di Istanbul e, giù al porto, la suntuosità di pesci grigliati e la vitalità di danzatori dal sorriso mellifluo per non farti pensare ad antiche grida di conquista.
Ricordo il caldo secco del Marocco e l’ agnello con prugne e mandorle, i gamberi speziati, i cetrioli e le alghe in agrodolce, il rinfrescante the alla menta. E i lunghi sonni profondi…
Ricordo il caldo temperato di Praga, naso all’insù e occhi a scrutare il famoso orologio che segnò ore fatidiche per molti. Sicuro di non correre rischi, sono tornato più volte a godere il fascino delle sue strade, dei suoi ristorantini pieni di fumo e di voci rauche di contanti un giorno donne belle ed ora soltanto con qualche fascino, preteso….
E poi, il passaggio repentino dal caldo di Omsk (Siberia occidentale) al freddo del Polo Nord, in crociera sul fiume, e giunto là, riempirmi gli occhi incantati dei colori rosso-verde-azzurro dell’AURORA BOREALE e la sensazione di essere alle origini del mondo.
Chissà che cosa mi farà ricordare Potenza con questo suo caldo….


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