
Si può essere debitori in contumacia di Vito De Filippo. Da quando? Da quando ha varato il cosiddetto “Patto coi giovani”. Il debito non è mio. E’ dei giovani. Ed è un debito singolare perché il Presidente, come parte lesa, finge di non avere in giro nessuno che gli debba restituire qualcosa. E’ politicamente corretto.
La singolarità del debito sta però anche nel fatto che i giovani lucani della prima tornata del “Patto”, e questi altri della seconda, a causa della mentalità locale, non hanno coscienza di essere debitori del Governatore. Il quale, come amoroso padre, ha recentemente detto loro: “Carissimi, ho una montagnetta di soldi da spendere per voi”. E loro, i giovani, infallibili nella loro certezza creativa [raramente confrontatasi fuori regione], sollecitati dalla frustrazione del proprio disagio [quanta retorica e quanti quattrini si scialano in nome del disagio giovanile!], si sono messi ad elaborare Progetti. Quelli della prima tornata hanno preso i soldi e li hanno spesi, come legge comandava. Ovviamente erano soldi pubblici, non del Governatore. Il quale, munito di nuovo specchietto, ha attirato freschi Progetti per nuove Visioni Urbane. L’iniziativa è encomiabile, dicono in giro. A cominciare dagli “esperti” di quella Società di servizio del Nord qui discesi come schiera di angeli sulla grotta di Betlemme cantando gli osanna dell’iniziativa e non invidiando il bue e l’asinello della mangiatoia. Detta Società cura “le azioni di accompagnamento allo start-up dei Centri Lucani per la creatività Visioni Urbane.” Cioè? Beh, per capire di più leggi l’apposita scheda. Troverai scritto che ” la Regione Basilicata organizza vari forum internazionali sulle sfide delle piccole e medie città nell’economia della conoscenza”. Aria nuova? Continui a leggere: “La sfida originale consiste nel formare, trattenere e attirare persone e imprese che esercitano un elevato grado di mobilità globale nelle scelte di localizzazione (!). Per attirare risorse umane, investimenti e imprese avanzate, le piccole e medie città devono superare i ‘limiti’ derivanti dalla loro taglia, dalla loro posizione geografica e da altri fattori come le connessioni di trasporto, lo spessore e la qualità delle risorse economiche, sia private che pubbliche, la densità delle relazioni umane”. Oh Gesù!. Chissà quale spiritello maligno ha scritto queste parole per creare un’aria di solennità barocca intorno all’iniziativa. O, forse, questa frase vuole prospettare la creazione di un Eden in Basilicata. Eppure si sa che l’Eden finì male!
Poi vai a leggere i Progetti presentati Sono tutti contrassegnati dal marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta). Vedi che nell’area del Vulture ci sarà un insieme di spazi: “Spazio-teatro+Spazio-sociale+ Spazio-Musica+Spazio-Eventi”. Così quelli del paese - chi altri sennò? - li potranno frequentar a costo zero. Tali spazi avranno la capacità di “attirare investimenti e imprese avanzate”? (vedi sopra). Poi guardi il Progetto-IGP per l’utilizzazione dell’ex Centro polifunzionale di Tito e puoi rimanere stregato dai prospettati “Eventi matrice”: Arti contemporanee+Musiche attuali+Basilicata Musica Net (!)+Consumo critico del cibo (?)+
Laboratori: per il teatro [in una sala dove il progettista ha sbagliato il palcoscenico], per il Cinema e proiezioni [in una sala tecnicamente inidonea], per Videogame territoriale [buona idea se producesse video-game del petrolio,v-game delle culture in loco, v-game della Gracia. Ma perché riprodurli in game? Lasciamoli nella loro realtà drammatica]. Vai a leggere il Progetto-IGP Val Sarmento: ipotizza undici Laboratori, tutti ad uso territoriale. Ve ne uno carino: il “Laboratorio del Sapone“ [a chi lo venderanno? a quelli dell’ENI per pulirli dalle scorie che producono?]. Poi continui a leggere…
Tra i Laboratori creati dalla Società nordista qui calata e i Laboratori dei vari Progetti-IGP qui elaborati uno si domanda: ma la Basilicata è un laboratorificio? Possibile che non ci sia un solo Progetto “forte”, che “voli alto”, che possa far dire in Italia o almeno nel Sud o almeno in qualche regione vicina: “Toh, in Basilicata sta avvenendo qualcosa di originale, andiamo a vederlo”.
E’ vero, si salvano alcuni: ad e., quello improntato all’alta cultura (Assoc. 1779) e un altro alla piccola imprenditoria (i giovani di Pisticci). Gli altri brillano dell’accecante luce dell’ autoreferenzialità. Si esaltano nell’estasi della mediocrità creativa, E questi Progetti dovrebbero “far superare alle medie città i ‘limiti’ derivanti dalla loro taglia”? Dove sta “la sfida originale” propugnata da lei, caro Presidente? Intanto i Progetti-IGP sono entrati nella stanza di compensazione politica. Tutti sanno che essi, come i precedenti, non renderanno un euro. Tutti sanno che non sopravvivranno a finanziamento finito. I giovani già sanno però che prenderanno i quattrini, tanti!, a gennaio [due mesi prima delle elezioni].
Ma…il debito è dei giovani verso De Filippo o di De Filippo verso la comunità impoverita? A me è dato essere spettatore di questa festa del reciproco inganno.
Nessun commento:
Posta un commento