Mi hanno scritto chiedendomi perché i viaggiatori stranieri del Grand Tour non parlano bene della Basilicata. Distinguiamo. Non parlano bene della classe dirigente perché parassitaria e dei contadini perché tenuti nella soggezione. Esaltano invece le sue bellezze naturali e i reperti archeologici. Ho ripreso in mano dalla mia libreria le 8 guide in inglese, le 6 in tedesco, le 4 in francese, le 2 in spagnolo. Sono quelle in circolazione. Mi sono posto quattro domande: chi sono gli autori? Quanto spazio dedicano alla Basilicata? Come ne parlano? Quali sono le loro fonti?
Gli autori. – Scrivono per riviste occupandosi di fatti di cronaca particolari. La loro cultura è di solito medio-superiore. Quasi tutti sono qui venuti di persona, ma piuttosto frettolosamente.
Lo spazio. – Non esiste una Guida straniera dedicata alla Basilicata. Di solito questa è inserita nel contesto delle regioni italiane oppure in quelle dedicate al Sud. In un caso e nell’altro le pagine sulla Basilicata sono pochissime.
Che dicono di noi? Anche queste Guide, come gli scritti degli autori del Grand Tour, tratteggiano la regione in chiaroscuro. Lo scuro. Di solito esse aprono accennando alla storia lucana. Nella quasi totalità è approssimativa: il passato brigantaggio (di cui oggi viene fatto addirittura uno spettacolo per esaltarlo!), la malaria antica, l’eterna cattiva amministrazione pubblica, la corruzione, la raccomandazione, le attese deluse, l’emigrazione. In sostanza, quando parlano degli uomini e delle cose legate alla classe dirigente, il giudizio è sempre negativo. Tutto questo viene scritto per “avvisare” il potenziale visitatore di che pasta sono fatti molti lucani.
Non così quando parlano dell’ambiente naturale. E qui veniamo all’aspetto chiaro delle descrizioni: la Basilicata ha una natura affascinante e inviolata. Il Pollino è grandioso. Il Vulture ha una sua specificità d’area, unica in Italia, per la protezione degli insetti. La vegetazione in generale è rigogliosa, contrapposta ai pallidi e suggestivi Calanchi. La regione è anche un “museo a cielo aperto” per quell’insieme di paesini semivuoti, feste religiose, scavi archeologici, di industrie costruite e poi abbandonate.
Soltanto due guide parlano molto bene della regione. E sono tedesche. La prima è di P. Amann e l’altra di E. Rotter, uomo di gusti letterari in cui è da apprezzare il suo entusiasmo per la Basilicata.
Tutte le Guide parlano dell’arte dicendo spesso dei strafalcioni perché non conoscono i pittori lucani. Avvertono sulla condizione della viabilità e dei trasporti. Pessimi. Dico bene dei ristoranti perché si mangia bene. Gli alberghi sono buoni sulla costa e nei due capoluoghi. Per quelli dei paesi dell’interno invitano a fare attenzione.
Di solito delineano due itinerari: ”Melfi-Metaponto/Matera” e “Maratea/ Pollino”. Matera sta in testa a tutto. E’ da vedere per la sua primitiva bellezza. C’è da stupire per i Sassi. Meno entusiasmo è per il Melfese. Melfi e il suo territorio è ignorato dalle Guide inglesi. E’ molto presente, invece, in quelle tedesche. E il motivo è presto detto: qui ci sono i castelli di Federico II (qualche guida inglese lo confonde con Federico Barbarossa), c’è Orazio e i reperti romani, di cui, è noto, i tedeschi sono fanatici. Le Guide francesi mettono in rilievo soprattutto i monumenti medievali. Gli spagnoli sono piuttosto generici.
La seconda meraviglia descritta è Maratea. Il Pollino ha la sua selvaggia ed esaltante bellezza. Raccomandano di visitarlo a piedi. (Qualche Guida inglese accenna anche all’esistenza di Potenza in cui l’unica cosa da fare è una passeggiata in via Pretoria [!] ).
Le fonti – Gli autori inglesi hanno utilizzano soprattutto le notizie ricavate dai libri. Parlano della nostra storia per sentito dire. Per loro siamo tutti napoletani sporchi, truffaldini, mandolinisti e cattolici bigotti! Per la storia sociale lucana hanno fatto capo al libro di Carlo Levi. Altrettanto dicasi per gli autori spagnoli. Non cosi i tedeschi, di cui cinque su sei sono venuti di persona in Basilicata. I francesi hanno consultato le descrizioni della regione fatta dai loro viaggiatori venuti nel secolo scorso.
E a me che piace intrigare con le parole, ho annotato gli aggettivi più usati dalle Guide per definire la Basilicata (tra parentesi quante volte lo dicono). Nelle 8 Guide in inglese: originale (22), singolare, interessante, affascinante, spettacolare (12), archeologica, rurale, medievale (4), moderna (mai!). Nelle 6 guide in tedesco: piacevole (19), isolata (18), pittoresca e affascinante (17), unica (16), suggestiva (15), antica, medievale (13), drammatica, rustica (12), moderna (1). Nelle 4 in francese: povera (4), arcaica, oscura, drammatica, isolata, selvaggia (3), montuosa, rustica, piacevole (1), moderna (mai!). Nelle 2 in spagnola: pittoresca (8), affascinante, originale, singolare, spettacolare (5), archeologica, rurale, medievale (2), moderno (1).
Se le parole hanno un senso, il termine più usato per definire la Basilicata è “povera”. Con ciò che ne consegue nella stima europea!
Nessun commento:
Posta un commento